La Finlandia non è più un ostacolo sul cammino del piano Next Generation Eu per tutti gli altri Paesi europei. Il Parlamento finlandese ha approvato oggi 18 maggio, a larghissima maggioranza – superiore ai due terzi necessari – la decisione che consente alla Commissione Ue di andare sui mercati. Sì, perché senza il via libera parlamentare di tutti i Paesi che del Recovery hanno fatto richiesta l’esecutivo di Bruxelles non può andare a raccogliere le risorse dagli investitori.
La soddisfazione della premier
L’annuncio dell’ok del Parlamento di Helsinki è stato dato su Twitter dalla giovanissima premier socialdemocratica Sanna Marin, 35 anni (nella foto). Nelle scorse settimane la Corte costituzionale finlandese aveva chiesto che il Parlamento si esprimesse con maggioranza qualificata e non semplice. Oggi l’obiettivo è raggiunto. Mancano ancora diversi Paesi per completare il processo di ratifica, tra cui la Polonia e l’Olanda. Ma era la Finlandia che destava preoccupazione per le manovre dilatorie dell’opposizione, contraria ai fondi europei.
Chi ancora deve ratificare
Dopo il via libera arrivato il 14 maggio da Estonia e Irlanda, sono a oggi 5 gli Stati che ancora devono ratificare la legge nazionale per far partire il Recovery. Esclusa, a questo punto la Finlandia che ha dato la sua approvazione definitiva. Si tratta di Stati vicinissimi all’Italia, come l’Austria, e di nazioni più lontane ma che non pochi italiani conoscono bene: la Polonia, i Paesi Bassi, la Romania e l’Ungheria. A tutti questi Paesi il Commissario europeo al Bilancio, Johannes Hahn, aveva lanciato un appello. Occorre, aveva detto nei giorni scorsi, “accelerare il processo per iniziare in tempo con l’attuazione di Next Generation Eu che fornirà i soldi tanto necessari per la ripresa dell’Europa”.
Perché è necessaria l’approvazione di tutti
Un fattore che rischia di innescare un effetto a catena: per finanziare il NGEu e farlo partire al più presto la Commissione europea deve indebitarsi sui mercati. Ma per raggiungere questo obiettivo serve il via libera da parte dei Parlamenti nazionali di tutti i 27 Paesi Ue entro fine maggio. Altrimenti slitterà di un mese l’erogazione della prima tranche di sussidi. L’Italia, a cui andrà la fetta più grossa del Recovery fund (il Next generation Eu) sarebbe la più più penalizzata. Pochi giorni fa la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen ha ricordato come tutto dipenda “dal mese in cui gli Stati ratificano. Noi possiamo andare sui mercati il mese successivo. Se ratificano il 2 giugno, ad esempio, possiamo andare a luglio”.