“La presentazione dei Pnrr è solo il primo passo, poi c’è il coinvolgimento degli enti locali per avere un’attuazione positiva. La Commissione continuerà a prestare debita attenzione a tutto”. Così il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni durante l’audizione nella plenaria del Parlamento europeo. “Tutti i piani di rilancio presentati sinora affrontano i sei pilastri” indicati dalla Ue. “Ma con enfasi diversa per ciascuno”, ha detto Gentiloni, che poi ha rassicurato gli eurodeputati che chiedono alla Commissione di essere rapida nella sua valutazione dei piani.
“Rapidità e scrutinio attento possono coesistere”, ha dichiarato l’ex premier italiano. Il “coinvolgimento delle autorità locali” nell’attuazione dei Piani nazionali di ripresa e di resilienza (i Pnrr), necessari per accedere alle risorse della Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu “è cruciale”. Così come quello delle “autorità regionali”. Ma quello che è sicuro, ha sottolineato, è che la Commissione “presterà molta attenzione a questo aspetto: il successo non si raggiunge dietro una porta chiusa”. “La Commissione è custode del trattato Ue, il parlamento espressione dei cittadini, assieme dobbiamo difendere il bene comune europeo. La nostra collaborazione è per la ripresa dell’Europa. Gli impegni presi ci obbligano ad avere successo, il vostro impegno è perché tutto ciò si realizzi”.
L’arrivo dei miliardi del piano Next Generation Eu da Bruxelles alimenta i progetti e i sogni dell’Italia che vuole ripartire dopo il Covid. Già nel corso di quest’anno il Governo intende spendere quasi 14 miliardi degli oltre 190 del Recovery fund. In cima alle priorità per il 2021 c’è il finanziamento di progetti come Transizione 4.0 e quelli relativi alle infrastrutture, come le tratte dell’Alta velocità ferroviaria al Sud.
La cifra è equamente suddivisa tra prestiti e sovvenzioni a fondo perduto. Costituisce un po’ meno della metà di quello che Bruxelles dovrebbe versarci entro luglio come prefinanziamento. Fermo restando che nel frattempo il Recovery sia approvato da tutti i governi nazionali e che la Commissione e il Consiglio europei diano il via libera al piano presentato dall’Italia. Il cronoprogramma dettaglia la spesa prevista per tutti gli anni da qui al 2026, suddivisa in oltre 160 progetti. Quest’anno si comincerà a finanziarne più di 100.
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