Dopo un anno di assenza a causa della pandemia l’appuntamento automobilistico più glamour dell’anno torna a svolgersi tra le strade del Principato di Monaco. Il Gran Premio di Formula 1 riprende infatti nel luogo più iconico, tra le stradine di Montecarlo. L’evento si svolgerà questo week end del 23 maggio. La spettacolare corsa cittadina, che si snoda in un’atmosfera di grande eccitazione, è una delle tappe più impegnative del Campionato mondiale piloti. La storia del Gran Premio di Montecarlo riesce a stupire sempre lo spettatore.
I motivi sono da imputarsi ai migliaia di cambi di marcia in un labirinto di guard-rail, la curva più lenta di tutto il mondiale e agli addetti al ripristino del tracciato più veloci del mondo. Abitualmente, la manifestazione e anche la premiazione del Gran Prix di Monaco si svolge alla presenza degli esponenti della Famiglia Grimaldi. Il record di vittorie del pilota (sei) appartiene ad Ayrton Senna, mentre la casa costruttrice più vincente è la McLaren, con 15 vittorie.
L’iconica gara fu disputata nel 1929 nel Principato di Monaco su un circuito urbano ideato da Antony Noghes, figlio del presidente dell’Automobile Club de Monaco, sotto gli auspici del Principe Luigi II di Monaco. Un evento, quello del Gran Premio di Montecarlo, nato per raccogliere la sfida di organizzare una competizione all’interno di un piccolo territorio, quale era allora quello di Monaco (1.5 kmq all’incirca). Ciò era un requisito imposto dalla Commissione Sportiva Internazionale per il riconoscimento internazionale dell’Automobile Club de Monaco. Antony Noghès, nella sua veste di Commissario Generale, fu incaricato di andare a Parigi a presentare la candidatura dell’Automobile Club de Monaco.
Il viaggio non ebbe l’esito sperato, in quanto i signori dell’AIACR ritenevano che il Club organizzasse si delle gare sportive, ma non necessariamente sul territorio monegasco. A trentacinque anni, Antony Noghès, ferito nel suo amor proprio, decise con tutta la passione della gioventù di porsi una sfida. Anthony, infatti, voleva creare una prova automobilistica sul territorio nazionale, vale a dire in città.
Dopo aver soppesato i pro e i contro per due anni, Antony Noghès decise di confidare la sua idea ai soli che gli avrebbero dato un parere pertinente e obiettivo. Queste persone erano Louis Chiron per la parte sportiva e Jacques Taffe per quella tecnica. Dopodichè Noghes dovette riuscire a convincere la Société des Bains de Mer a partecipare all’impresa, finanziandola. L’allora amministratore, René Leon, capì l’interesse di un tale evento come quello del Gran Premio di Montecarlo e svincolò i fondi necessari. Nessun Paese al mondo può infatti vantare di un circuito del genere!
L’autovettura era guidata da Charles Faroux, direttore di gara. Erano 16 le vetture sulla griglia di partenza tirate a sorte: 8 Bugatti, 3 Alfa Romeo, 2 Maserati, 1 Licorne, 1 Mercedes SSK. L’inglese «Williams», giunto troppo tardi per prendere parte alle sessioni di prove ufficiali, all’alba del sabato si concedette un allenamento non autorizzato. Questo comportamento mise in subbuglio tutta Monaco. «Williams» vinse il Gran premio su una Bugatti 35 B verde in 3 ore 56’11 dopo aver effettuato 100 giri a una velocità media di 80,194 km/h. Fino a prima della guerra, il Gran Premio di Montecarlo s’impose nel panorama automobilistico ed il suo successo crebbe di anno in anno. Subì un’interruzione decennale, durante il conflitto mondiale e negli anni dell’immediato dopoguerra per riprendere infine nel 1948. Negli anni Cinquanta al Gran Premio di Monaco presero parte grandi nomi del calibro di Fangio o di Maurice Trintignant.
Negli anni Sessanta e Settanta s’imposero Jacky Stewart o Jean-Pierre Beltoise, poi Alain Prost, Ayrton Senna e Riccardo Patrese negli anni Ottanta, mentre negli anni Novanta è Schumacher a regnare incontrastato. Oggi, come allora nel 1928, il Gran Premio di Montecarlo mantiene inalterata la sua diversità. Il suo circuito cittadino continua ad affascinare i centomila telespettatori di ogni parte del mondo. Un percorso che si snoda attorno a Port Hercule, lungo le strade di Montecarlo e de La Condamine, in un susseguirsi di curve strette, chiuse dai guard- rail. Questi ultimi, diversamente dagli altri circuiti, non lasciando spazio d’intervento lungo il percorso, rendono necessaria la presenza delle gru in diversi punti per liberare rapidamente la carreggiata dalle monoposte accidentate.
Ancora oggi, l’organizzazione delle prove dell’Automobile Club de Monaco avviene sempre nel massimo rispetto della tradizione e dell’innovazione, con quel tocco di audacia che ne ha contraddistinto i creatori e i pionieri del secolo scorso. I piloti fanno infatti a gara per eccellere su un percorso estremamente tecnico. Qui si sono imposti i più grandi nomi del panorama automobilistico, da Fangio negli anni Cinquanta fino a Schumacher negli anni Novanta. Per sei volte Ayrton Senna ha vinto questa gara mitica, entrando così nella leggenda del Gran Premio di Montecarlo.
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