Recovery europeo e lotta allo smog: l’Italia è sotto esame
Bruxelles analizza le misure contenute nel Pnrr contro i cambiamenti climatici
Fare dell’Unione europea una “società giusta e prospera, con un’economia di mercato moderna”. Nella quale “le emissioni di gas saranno azzerate, e la crescita sarà sganciata dall’utilizzo di risorse naturali”. Questa la definizione del cosiddetto Green Deal Europeo: un progetto molto ambizioso, promosso e portato avanti con molta determinazione dalla Commissione europea guidata da Ursula Von Der Leyen. Adesso il Green Deal incrocia il Next Generation Eu e i Recovery plan nazionali. Significa che sorgerà un confronto fra i partner del Vecchio continente per capire qual è la migliore direzione da prendere per ottenere i risultati auspicati.
Una società più “verde”
Dato che il maggior proposito del Green Deal è il contrasto serrato agli effetti negativi portati dai cambiamenti climatici, entrano in ballo le questioni relative ai progetti che ciascun Paese sta portando avanti, all’interno dell’Unione, per ciò che riguarda la lotta allo smog. E ora l’Italia è sotto esame da parte di Bruxelles. “Siamo lieti che l’Italia abbia presentato il suo piano per la ripresa (il Pnrr, ndr.) e di vedere che in esso venga affrontata anche la questione della qualità dell’aria”, si spiega dalla Commissione europea. “Ma se le misure siano sufficienti o meno è troppo presto per dirlo, lo stiamo ancora analizzando”.
Green Deal, arriveranno i fondi
Per quanto riguarda i finanziamenti, spiega Quifinanza, l’ambiziosissimo progetto del Green Deal Europeo dovrà necessariamente essere sostenuto in modo molto largo dal punto di vista economico. L’obiettivo dei leader europei è quello di stanziare fondi, pubblici e privati, pari a circa 100 miliardi l’anno, per un totale di 1000 miliardi di euro complessivi. Si tratta di una cifra enorme. Numeri che però non sono ancora definitivi. La stima finale globale di questi valori finanziari arriverà soltanto dal bilancio pluriennale dell’Unione Europea per il periodo compreso tra il 2021 e il 2027. Proprio in questi mesi se ne sta discutendo. Sarà una fase decisiva per una svolta che potrebbe rivelarsi fondamentale al fine di costruire un mondo sempre meno inquinato.