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World Bee Day, la Giornata delle Api: da loro dipende il 75% dei raccolti alimentari nel mondo

Ne mondo ci sono 20mila specie ma il 25% di esse è a rischio di estinzione

Tutti a parole le amiamo. Tanti dicono di conoscerle. Pochi, forse, capiscono davvero quanto siano importanti per la natura e per l’uomo. Parliamo delle api. Sì, perché oggi 20 maggio si celebra il World Bee Day, la Giornata mondiale delle api. Si tratta di un’occasione per riflettere sull’importanza degli impollinatori, sui pericoli che minacciano la loro sopravvivenza e su come tutto questo impatti sulla sicurezza alimentare. Siamo adesso alla quarta Giornata delle api: questa ricorrenza è stata infatti istituita dall’Assemblea generale delle Nazione Unite nel 2017. E la necessità di riflettere e operare perché questi insetti così preziosi siano protetti e continuino a vivere e prolificare il più possibile non è certo diminuita. Semmai è aumentata.

Non solo miele: raccolti, piante e frutti

Dall’attività delle api e di altri insetti che, come loro, vanno di fiore in fiore dipendono il 90% delle piante da fiori selvatiche, sottolinea Focus. Ma non basta. Perché da esse dipendono anche più del 75% dei raccolti alimentari mondiali e la resa del 35% dei suoli coltivati in tutto il pianeta. Gli impollinatori come le api supportano la produzione di 87 dei principali prodotti agricoli mondiali. Cosa accadrebbe se dovessero estinguersi? Sarebbe, semplicemente, una catastrofe. Potremmo tranquillamente scordarci mandorle, mele, cipolle, frutti rossi, cetrioli, zucche, fragole, caffè, cacao, le loro vitamine e tutto l’indotto economico che si portano dietro.

I fattori che minacciano le api

Le api sono costantemente minacciate dagli effetti combinati dei cambiamenti climatici. Così come dall’agricoltura intensiva a base di pesticidi. A livello planetario reca loro un grave danno la perdita di biodiversità. Per non parlare dell’inquinamento di cui l’uomo è responsabile. Il numero di api nel mondo è drasticamente diminuito negli ultimi decenni, secondo quanto riporta uno studio pubblicato sulla rivista One Earth. Di api ce ne sono 20mila specie ma fra il 2006 e il 2015, nell’arco quindi di un decennio, se ne sono calcolate il 25% in meno. In realtà è l’uomo la minaccia più grande per le api: la loro sopravvivenza è a rischio a causa dall’antropizzazione del loro habitat. All’interno dell’Unione europea si è discusso dei neonicotinoidi, sostanze utilizzate per la concia delle sementi. Stando ad alcuni studi, costituirebbero una delle cause della morìa di api che da anni sta colpendo l’Occidente. Occorre agire subito per invertire la rotta. Drasticamente.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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