Dopo le luminarie Dior dello scorso anno allestite a Lecce in occasione della sfilata e dopo aver presentato la collezione per l’inverno 2021 con ottimismo e energia ispirandosi agli anni Settanta tra Fiorucci e Wahrol, la Maison prosegue con le sue collaborazioni con l’arte contemporanea, segnate delle luci. Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa del brand d’alta moda, ha infatti coinvolto Marco Lodola per illuminare le vetrine delle ben quattrocento boutique Dior in tutto il mondo. L’occasione è stata la presentazione della collezione Inverno 2021, in queste settimane esposta nelle boutique. Da Toronto a Forte dei Marmi, passando per New York ci si ispira alle atmosfere Pop degli anni Settanta.

Marco Lodola per Dior: una collaborazione di grande fascino

Marco Lodola ha firmato scenografie e istallazioni per manifestazioni di grande prestigio. Da X Factor, al Festival di Sanremo e persino copertine di album: Timoria, Max Pezzali 883Ron. Lodola, non è nuovo alla moda, anzi. Oltre ad aver collaborato per Dior può vantare nel suo portfolio partnership dal calibro di Vivienne Westwood, Giuliano Fujiwara e Enrico Coveri e varie partecipazioni alla Biennale di Venezia. Tra i fondatori e maggiori esponenti del Movimento del Nuovo Futurismo, Marco Lodola è uno degli artisti contemporanei italiani più celebri ed influenti.

Il creativo vanta di una forte attrazione per il mondo mediatico, il pop e la danza. Pochi giorni fa, in occasione del 75mo compleanno della Vespa, ha presentato una scultura luminosa esposta in piazza della Scala a Milano. Tra le 400 installazioni pensate da Marco Lodola per Dior, una delle più spettacolari è quella che si vede sulla facciata dei grandi magazzini di lusso di Saks, sulla Fifth Avenue. La maison ha infatti rilevato le sei vetrine centrali, che Lodola ha reinterpretato secondo il suo stile.

Lodola affianca fin da sempre l’arte visiva ad altre discipline: letteratura, musica, cinema, design

Si avvicina presto all’uso di materiali plastici che sagoma e colora con una tecnica personale attraverso l’uso di tinte acriliche. Più tardi la sua ricerca lo porta a cercare di inserire fisicamente la luce nei suoi lavori. Nascono così le sculture luminose, statue in plexiglas illuminate internamente con tubi luminosi, che caratterizzeranno tutta la produzione artistica. Dal 1983 Lodola espone in Italia e all’estero, tra cui a Milano, Roma, Bologna, Firenze, Lione, Barcellona, Vienna, Madrid, Parigi e Amsterdam.

Il commento di Marco Lodola sulle vetrine Dior:

«Il punto di partenza è stata la luce. Ho utilizzato la tecnica delle lavagne luminose, quelle che Filippo Tommaso Marinetti chiamava “avvertimenti luminosi”, per la boutique Dior in Saks Fifth Avenue, uno dei grandi magazzini più importanti e famosi al mondo», ha spiegato l’artista. «Abbiamo fatto in modo che la boutique e la sua scenografia si fondessero perfettamente con la personalità della città, preservando lo stile Pop dell’installazione. Tutti gli allestimenti sono diversi e, in ogni città, abbiamo reinterpretato l’atmosfera culturale del luogo, con le luci a LED che sono elementi chiave in tutte le mie opere»», ha continuato Lodola, che è intervenuto anche negli spazi interni. Ispirazioni urbane site specific appaiono anche per le altre boutique.

Per le vetrine di Harrods, per esempio, la suggestione è venuta dai tipici autobus a due piani di Londra, mentre per la boutique di Atene non si poteva che far riferimento alle cariatidi dell’Acropoli.  L’ispirazione pop permane nella narrativa Dior. Dopo la sfilata di Shanghai la Maison reinterpreta un’ampia gamma di temi e rivisita il vocabolario Dior con un’estetica pop trasversale. Ispirate dagli artisti moderni Richard Hamilton a Marco Lodola, le creazioni di Maria Grazia Chiuri sono infatti pensate per affrontare il contesto attuale con la profonda leggerezza dello spirito Pop.

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