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Fondi del Recovery, cabina di regia con Draghi: come funzionerà

Ci saranno tre livelli di controllo a partire da quello del premier

Una cabina di regia “a geometrie variabili”. Sarebbe questa l’idea attorno alla quale ruota il progetto di governance per i finanziamenti europei del Recovery. Istituita a Palazzo Chigi, presieduta da Mario Draghi e di volta in volta composta dai ministri competenti, la cabina di regia sarebbe da allargare eventualmente ai presidenti di Regione quando sia necessario. Per questioni che riguardano specifici territori. E al Mef, il ministero dell’economia e finanze, spetterebbe il compito del monitoraggio finanziario e del collegamento con Bruxelles.

Riunione fra il premier e i partiti

Sarebbe questo, dunque, lo schema dell’amministrazione dei finanziamenti per il Recovery Plan illustrato nel corso della riunione dei capi delegazioni con il premier. Lo si tradurrà in un decreto legge nei prossimi giorni. All’incontro, oggi 24 maggio, hanno partecipato i ministri Franco, Colao, Cingolani (in videocollegamento), Orlando, Garavaglia, Gelmini, Bonetti , Speranza, Patuanelli e il sottosegretario Garofoli.

Accordo sul meccanismo di governance

Secondo le agenzie di stampa, nel corso dell’incontro sarebbe stata ribadita la volontà di portare il tema in Consiglio dei ministri questa settimana, approvando il decreto che conterrà anche le misure per il reclutamento del personale necessario all’attuazione del Pnrr. Nessun riferimento invece agli appalti del decreto semplificazioni e al tema dei licenziamenti. Secondo fonti qualificate di governo, si è registrato un “sostanziale accordo” di tutti i partecipanti alla cabina di regia sulla governance del Recovery.

Verso un decreto legge

Il decreto legge, che arriverà in Cdm entro la fine della settimana, delinea un sistema di governance articolato su tre distinti livelli. Innanzitutto c’è un livello politico, con cabina di regia a Palazzo Chigi e direzione generale al Ministero dell’economia e finanze. In secondo luogo esisterebbe livello di dialogo sociale, attraverso un tavolo permanente con parti sociali ed enti territoriali. Infine, come terzo livello, un tecnico, con una segreteria tecnica presso la presidenza del Consiglio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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