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Recovery plan, transizione ecologica e digitale: la scommessa della Francia

Decarbonizzazione dell'industria e mobilità al centro del piano transalpino

Il Next Generation Eu, a volte erroneamente chiamato Recovery fund, è il progetto di risanamento dell’Unione europea economicamente devastata dal Covid. In questi giorni i 27 Paesi membri dell’Unione stanno inviando i loro Recovery plan nazionali per l’approvazione definitiva da parte della Commissione europea, al fine di ottenere gli stanziamenti del NGEU. L’Italia lo ha fatto. Così come gli altri grandi Paesi fondatori: Germania, Francia, Spagna. Per il nostro Paese, in particolare, si tratta ora di dotarsi delle normative che sono indispensabili per dare attuazione al Piano europeo. Da luglio, è l’auspicio di tutti, arriveranno i primi miliardi di fondi, come prima tranche anticipata.

I numeri di Parigi

La Francia otterrà dall’Europa circa 40 miliardi per il suo Recovery plan. Finanziamenti che andranno a sostenere parte del piano da 100 miliardi già approvato dal presidente Emmanuel Macron a settembre 2020. Poco meno della metà di questi 40 miliardi andranno alla transizione ecologica. Ci saranno poi 5,8 miliardi per la riconversione energetica che comprenderà anche la decarbonizzazione dell’industria e la ristrutturazione degli impianti domestici. Oltre a ciò, altri 6,5 miliardi finanzieranno le infrastrutture e la mobilità verde, mentre 5,1 miliardi sosterranno le energie e le tecnologie green, con particolare attenzione all’idrogeno.

L’importanza del digitale

Un quarto dei fondi europei di cui Parigi potrà disporre andrà invece al digitale. Tra le voci più importanti, l’Eliseo destinerà 2,4 miliardi all’implementazione della “sovranità tecnologica”. Ossia nello sviluppo di tecnologie strategiche per consentire alla Francia e all’Europa di fare da contraltare alle superpotenze Usa e Cina. Altri 2,9 miliardi andranno alla digitalizzazione della formazione e agli investimenti in competenze digitali. Inoltre, il piano francese userà 7,7 miliardi di fondi europei per la salute e la ricerca.

L’Italia ha chiesto il 100%

Non tutti i Paesi europei hanno chiesto il 100% dei fondi disponibili per loro. Ricordiamo che il Recovery europeo – il piano Next Generation Eu – ammonta a circa 750 miliardi di euroL’Italia ne ha richiesti 191,5 miliardi totali: il 100% di quelli che aveva a disposizione. A questa voce per noi se ne sommano altre a livello nazionale, per cui si raggiunge la cifra di 248 miliardi, come affermato dal premier Mario Draghi. Una somma gigantesca divisa tra prestiti e sussidi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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