I vescovi italiani intervengono sul Recovery plan per lanciare un appello. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) “può essere una occasione importante di crescita collettiva”, ha sottolineato il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), il cardinale Gualtiero Bassetti. L’occasione è arrivata stamani 25 maggio, in occasione dei lavori dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale. “Questo Piano può inoltre diventare un’opportunità per rilanciare l’economia del Paese – ha sottolineato Bassetti -. Così si darà respiro e ristoro a una società provata dalla persistente emergenza sanitaria, che sta producendo effetti molto pesanti sulla situazione socio-economica”.
“Più impegno sul tema del lavoro”
I vescovi italiani chiedono maggiore impegno sulla sicurezza sul lavoro. “A proposito di lavoro, chiediamo un’attenzione perché questo avvenga sempre in condizioni sicure. Basta morti sul lavoro! È un’emergenza da affrontare: servono una strategia e una forte iniziativa nazionale che coinvolga tutti, Governo, Istituzioni e cittadini. Ci auguriamo che si proceda in tal senso”, ha detto il Presidente della Cei.
Migranti, arrivi in sicurezza
I vescovi italiani chiedono inoltre, alle istituzioni, di sostenere gli arrivi in sicurezza dei migranti. “La Conferenza Episcopale Italiana, attraverso i suoi Uffici nazionali, ha garantito l’arrivo in Italia e l’accoglienza in sicurezza – ha ricordato il Presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti – di oltre mille profughi dal Medio Oriente. E anche dall’Africa. Così ha dimostrato che è possibile un’alternativa agli ingressi irregolari e alle morti in mare, su cui un giorno sarà severo e inappellabile il giudizio di Dio: ‘Dov’è tuo fratello?'”.
Un Pnrr da 200 miliardi
Individuate sei missioni, il Piano nazionale di ripresa e resilienza definisce gli importi che andranno a ciascuna. Ci sono 59,5 miliardi per la rivoluzione verde e transizione ecologica. Ma anche 40,3 miliardi per la digitalizzazione, innovazione, competitività cultura e turismo. Quindi altri 30,9 miliardi per l’istruzione e ricerca. E infine 25,4 miliardi per le infrastrutture di mobilità sostenibile, 19,8 miliardi per l’inclusione e coesione e 15,6 miliardi per il capitolo salute.