Nell’arco dei prossimi anni sorgerà una nuovo folto gruppo di satelliti lunari per le telecomunicazioni e la navigazione. L’obiettivo che l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) intende realizzare è duplice. Si tratta di supportare le missioni esplorative e favorire lo sviluppo di servizi e attività commerciali di aziende private. Sì, perché ormai si va verso la nuova Lunar Economy: un sistema di sviluppo industriale ed economico che avrà la Luna come base. Il nostro satellite sarà colonizzato a tutti gli effetti e lo si potrà “vivere” in contatto costante con la Terra.
“Moonlight”: c’è anche l’Italia
Per poter presentare un piano d’azione dettagliato l’Esa ha lanciato l’iniziativa “Moonlight”, sottolinea l’Ansa, con cui supporterà due studi di fattibilità affidati a due consorzi internazionali. Il primo sarà coordinato dalla britannica Surrey Satellite Technology, l’altro sarà a guida italiana con Telespazio.
Un contratto ad alto livello
Il contratto è stato firmato nel corso di un evento digitale nei giorni scorsi. Hanno partecipato Elodie Viau, direttore delle Telecomunicazioni e delle Applicazioni Integrate di Esa, David Parker, direttore dell’Esplorazione Umana e Robotica di Esa, Paul Verhoef, direttore della Navigazione di Esa, Luigi Pasquali, Amministratore Delegato di Telespazio, e Giorgio Saccoccia, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Il ruolo di Telespazio
Al consorzio guidato da Telespazio partecipano anche gli operatori satellitari Inmarsat e Hispasat, aziende manifatturiere quali Thales Alenia Space (67% Thales – 33% Leonardo). Ma anche OHB e MDA, ALTEC, piccole e medie imprese come Nanoracks Europe e Argotec, università e centri di ricerca quali SEE Lab SDA Bocconi e Politecnico di Milano.
La navigazione lunare
“Un collegamento permanente con la Luna permetterà a tutti i nostri partner internazionali, comprese le società con fini commerciali, di esplorare lo spazio in modo sostenibile”, ha affermato Elodie Viau di Esa. Un servizio condiviso e affidabile di comunicazione e navigazione lunare potrebbe permettere alle missioni di atterrare più facilmente nel sito lunare desiderato. I radioastronomi potrebbero allestire degli osservatori sulla faccia nascosta della Luna. I rover potrebbero muoversi sul suolo lunare più rapidamente. E, insieme ad altre attrezzature, potrebbero persino essere comandati da remoto dalla Terra.