Il decreto Recovery approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso 28 maggio disciplina in primo luogo la governance del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), ovvero la struttura di comando e coordinamento, dal governo ai territori, per concretizzare il Next Generation Eu in Italia. Ma i 68 articoli del testo del decreto disciplinano anche il trattamento dei rifiuti, i subappalti dei cantieri pubblici e privati e la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Inoltre si contempla anche il già esistente Superbonus per la ristrutturazione energetica e antisismica degli edifici con detrazione fiscale al 110%.

Procedure semplificate

Per favorire la riqualificazione degli edifici, sottolinea online SkyTg24, il governo ha infatti deciso di semplificare le procedure. Vale a dire che sarà più facile accedere all’incentivo del Superbonus. Si tratta di una disposizione – varata dal governo Conte – che è stata in bilico fino all’ultimo, accanto al contestato pacchetto sugli appalti. Le regole per l’accesso hanno finora rallentato la richiesta dello sconto fiscale: soltanto 2 miliardi di euro sui 18 stanziati. Pertanto, una semplificazione delle procedure era attesa da proprietari e professionisti. Obiettivo: allargare le possibilità di accedere senza eccessive complicazioni burocratiche al Superbonus.

Adesso basterà la Cila

Per fare partire i lavori di ristrutturazione energetica e antisismica basterà adesso la Comunicazione di inizio lavori (Cila). Esattamente come avviene per le ristrutturazioni straordinarie. Dunque, non servirà più la doppia conformità, urbanistica ed edilizia, degli edifici. Tutto ciò significa risparmiare tempo e denaro. Secondo le stime del ministero della Pubblica amministrazione, con la presentazione della sola Cila si eviteranno lunghe attese per accedere alla documentazione degli archivi edilizi dei Comuni: occorrono infatti, in media, circa 3 mesi per ogni immobile oggetto di verifica.

Ma gli albergatori sono in rivolta

Allo stesso tempo, la procedura semplificata comporterà un risparmio di spesa per adempimenti burocratici di circa 110 milioni di euro. Ma non tutti sono contenti delle nuove norme di Draghi sul Superbonus. L’incentivo, infatti, non è stato esteso agli alberghi. Il governo ritiene che questa misura sia troppo costosa, almeno in questa fase. Deluse le associazioni FederAlberghi e ConfAlberghi. In una nota, FederAlberghi ha spiegato che “la delusione c’è. Confidiamo che a conclusione dell’iter riguardo il testo del Dl sostegni, si rimetta mano all’esclusione della misura chiesta per il nostro comparto che, in condizioni ottimali, produce il 13% del Pil nazionale”. Dura anche la presa di posizione di ConfAlberghi: “Siamo sconcertati. È l’ennesima doccia fredda per il settore. Le nostre imprese, così drammaticamente colpite dalla crisi, sono costrette a ricorrere massicciamente al credito per resistere dopo 14 mesi di fermo pressoché totale”.