Era l’epoca cinematografica dei “telefoni bianchi”, con Mille lire al mese e Ore 9: lezione di chimica. Così Alida Valli cominciò la sua folgorante carriera di attrice. Fino alla prima autentica affermazione professionale nel cinema con Piccolo mondo antico diretta da Mario Soldati nel 1941. Oggi 31 maggio si ricordano i cento anni esatti dalla nascita della Valli, scomparsa nel 2006. “Ho avuto una vita bellissima, faccio un magnifico mestiere”, diceva. “Ho incontrato gente straordinaria come Visconti, Bertolucci, Hitchcock e Garcia Marquez che scriveva Cent’anni di solitudine e ce ne leggeva alcuni brani proprio mentre eravamo in Messico, tutti ospiti di Luis Buñuel, che mi avrebbe voluto nell’ Angelo sterminatore. Come potrei lamentarmi?”.

Icona del cinema e del teatro

Alida faceva il bilancio “più che positivo” della sua esistenza nel corso di interviste con la stampa. Era nata il 31 maggio del 1921 a Pola, nell’Istria allora italiana ora Croazia, da padre trentino con ascendenze aristocratiche di origini tirolesi. Alida Maria Altenburger von Marckenstein und Frauenberg divenne poi in arte Alida Valli. E si trasformò in una delle icone del cinema e del teatro, per bravura e per bellezza, lungo una stagione professionale che si è dipanata dagli anni Quaranta al Leone d’Oro alla carriera a Venezia (1997), passando anche per Hollywood. Lì il grande Alfred Hitchcock la diresse nel Caso Paradine. Dalle nozze con il compositore Oscar De Mejo nasceranno due figli ma il matrimonio durerà soltanto otto anni, fino al divorzio nel 1952.

L’incontro con i grandi registi

Il ritorno in Italia nei primi anni Cinquanta segna la sua definitiva consacrazione come attrice di grande livello, grazie alle interpretazioni in film come Senso di Luchino Visconti (1954) e Il grido di Michelangelo Antonioni (1957). Da quel momento, alternerà il cinema al teatro, misurandosi con tutti i classici da Shakespeare a Pirandello. E incrocerà Pier Paolo Pasolini con Edipo Re nel 1967. Fino all’incontro nel suo percorso professionale con Bernardo Bertolucci nel 1970 per Strategia del ragno e nel 1976 per il kolossal Novecento. Seguiranno con Dario Argento i ruoli in Suspiria e Inferno.

Un docufilm con Giovanna Mezzogiorno

Insignita del Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia nel 1997, Alida Valli morirà il 22 aprile del 2006 a Roma, all’età di 84 anni, con la camera ardente allestita in Campidoglio. Il regista Mimmo Verdesca firma ora soggetto, sceneggiatura, montaggio e regia di Alida. Si tratta del primo docufilm dedicato alla figura di Alida Valli, con la voce di Giovanna Mezzogiorno, prodotto in collaborazione con Rai Cinema e Istituto Luce – Cinecittà, con il contributo del ministero della Cultura.

Indagine su una donna straordinaria

“Si conosceva poco della sua vita, mentre la sua carriera resta nella memoria e negli occhi di tanti italiani. Il percorso della sua vita è stato parallelo a quello artistico e non poteva essere diversamente – sottolinea Verdesca – Alida era una bambina vivace e ribelle, una adolescente più moderna dei suoi tempi, una donna anticipatrice e a suo modo anche indisciplinata, che ha persino rischiato di minare dalle origini la sua carriera cinematografica”. Delle sue origini istriane “si è portata dietro soprattutto il carattere, l’impostazione mentale della sua personalità, fatta di rigore e fierezza, malinconia e riservatezza, con un senso di indipendenza che poi si è trasformata in libertà e modernità anche nel suo percorso artistico”, conclude il regista.