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Recovery, Draghi: “Adesso serve un’Italia unita che crede nel futuro”

Il premier ha visitato i distretti produttivi dell'Emilia Romagna

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dell’Italia è stato al centro, oggi 1 giugno, di un intervento del presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi.Gli investimenti e le riforme del nostro Piano (il Recovery plan, ndr.) non impegnano solo il governo nazionale. Coinvolgono tutti i livelli di governo territoriale e ogni energia produttiva del Paese“. Così, infatti, il premier ha parlato al termine della visita allo stabilimento di Fiorano Modenese. In Emilia Draghi ha visitato il Tecnopolo di Bologna, il Distretto della Ceramica di Sassuolo e, appunto, gli impianti industriali di un complesso produttivo del distretto ceramico modenese di Fiorano.

Verso una stagione di ripresa

“Oggi siamo in un luogo di lavoro, di produzione, di successo. È da qui che vogliamo partire per entrare insieme in questa stagione di ripresa e renderla duratura e sostenibile – ha dichiarato Draghi -. Perciò serve un’Italia unita nel desiderio di tornare a crescere e credere nel suo futuro”.

Non torneremo “come prima”

“Questa opportunità che ci viene data oggi non è quella di tornare a una costruzione istituzionale che era quella prevalente prima della pandemia. Perché prima della pandemia crescevamo molto poco. Il grande timore è che finita la pandemia e avviata una forte ripresa, questa non sia duratura e torniamo ad un tasso di crescita molto modesto degli ultimi anni”.

“Le previsioni di crescita sono buone”

“Tutti gli enti internazionali stanno rivedendo al rialzo le previsioni sull’economia italiana” ha dichiarato il premier. “Anche il tasso di occupazione è in crescita, e questo è molto importante perché siamo solo all’inizio”. “Le disuguaglianze si sono ampliate” con la pandemia. “Quelli che hanno perso di più il lavoro sono stati i giovani e soprattutto le donne. È una crisi che non ha distribuito i suoi effetti uniformemente”.

Cambio di passo con le “Semplificazioni”

“Il decreto legge sulle semplificazioni approvato la settimana scorsa in Consiglio dei Ministri rappresenta un cambio di passo essenziale per l’Italia”. “È vasto e molto complesso. Riduce le incertezze e i tempi delle burocrazie. Semplifica il lavoro dell’imprenditore e la vita del cittadino ma senza indebolire i presidi di tutela dell’ambiente, del lavoro e soprattutto della legalità. In particolare, il diritto alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro, fondamentali in una fase di ripartenza vengono preservati e rinforzati”. “Ha avuto il sostegno e il contributo di tutte le forze politiche, sociali e sindacali – ha concluso il premier Draghi -. E anche delle regioni ed enti locali e vorrei qui ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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