Si celebrano oggi, ancora nell’ “era” della pandemia di Covid, i 75 anni della Repubblica italiana. Settantacinque anni fa – il 2 giugno 1946 – gli italiani alle prese con un Paese distrutto dalla guerra si recarono in massa alle urne per votare tra monarchia e repubblica tramite il referendum. I suffragi per la repubblica superarono non di molto quelli della monarchia, sebbene, comunque, in maniera netta: 12,7 milioni contro 10,7 milioni. Andò a votare l’89% dei cittadini. Stamani il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona d’alloro al Milite Ignoto a Roma, mentre le frecce tricolori sorvolavano l’Altare della Patria. Alle 19 le celebrazioni al Quirinale, con il premier Mario Draghi.

Una Festa di nuovo “in presenza”

Con la giornata di oggi il Quirinale è tornato a festeggiare in presenza il 2 giugno (fatte salve le precauzioni anti Covid). Questa giornata di festa – anche quest’anno però senza la parata militare e l’apertura dei Giardini del Quirinale al pubblico – ha per il capo dello Stato il significato di un “nuovo inizio” dopo la pandemia. Come 75 anni fa, quando nel 1946, la maggior parte degli italiani disse no alla monarchia con un referendum dopo la dittatura e la guerra. Parole in piena sintonia con quelle del premier Mario Draghi che tanto sta spingendo sulla ripresa e sull’unità dell’Italia. “Un 2 giugno nel segno dell’impegno collettivo per il rilancio e la rinascita del Paese“, auspica il capo dello Stato.

Progressi straordinari in 7 decenni

Ieri 1 giugno davanti agli ambasciatori invitati al Quirinale per il tradizionale concerto e lo spettacolo dei passi di danza di Roberto Bolle, Mattarella ha sottolineato come la nostra Repubblica abbia scelto la strada della pace e dei diritti. I quali sono indivisibili dalla nostra vocazione europea. Un Paese forte e coeso, che in 75 anni con la nascita della Repubblica ha fatto “progressi straordinari” e che oggi ha la porta spalancata verso una “stagione di rinascita” e una ripresa economica da non mancare per modernizzare il Paese.

Oggi come nel Dopoguerra

Il presidente della Repubblica coglie delle similitudini con l’atmosfera del Dopoguerra. E invita la politica a tenere la barra dritta per non sciupare il mare di soldi del Recovery. E non minare la ritrovata solidarietà europea. “Il Paese è ora di fronte ad opportunità di ampio respiro, grazie anche alle pianificazioni e agli investimenti a livello europeo”, premette in un messaggio ai prefetti d’Italia. E sprona i cittadini ad avere fiducia, a non perdere lo slancio per una ripresa che deve essere “efficace e veloce”.