La storia di BIC è cominciata nel secondo dopoguerra a Parigi, dove Bich cominciò a produrre pezzi di penne stilografiche. Il Barone era conosciuto in tutto il mondo come il Re dell'”usa e getta” o il Barone “dell’effimero” per tre invenzioni che hanno rivoluzionato la società del dopoguerra: la penna biro, il rasoio monouso e l’accendino senza ricarica. Oggetti del quotidiano, di largo consumo, il cui successo è rimasto inalterato nei decenni, fino a portare a festeggiare i 70 anni di BIC. La svolta di Bich arriva nel 1953 quando conobbe un inventore ungherese, Laszlo Biro, che da alcuni anni aveva avviato la produzione della prima penna a sfera. Bich rilevò il brevetto e, abbattendo i costi, entrò prepotentemente nel mercato spezzando l’egemonia delle penne stilografiche e sbaragliò la concorrenza. Le penne a sfera esistevano già, ma erano imprecise.
La chiave del successo della penna BIC era data da un prodotto perfetto ad un prezzo basso. Alla fine degli anni Cinquanta il Barone pose le fondamenta del successo globale del brand, conferendogli il suo cognome e privandolo dell’h finale per velocizzarne la pronuncia, lanciando ufficialmente la prima penna a sfera Cristal. Ancora oggi se ne vendono oltre 14 milioni di esemplari al giorno. L’attività della fabbrica di Clichy, alla periferia di Parigi, è sempre stata intensa. Il Barone ha sempre seguito personalmente gli affari, lasciando agli undici figli un impero che vale miliardi di euro.
Il gruppo Bic infatti è un colosso mondiale con vendite in 160 paesi, in tutti i continenti, in mercati sia sviluppati che emergenti
Il Gruppo vanta 3,2 milioni di punti vendita e 9.700 dipendenti in giro per il mondo. E ogni giorno in tutto il mondo sono acquistati con quel marchio 25 milioni di prodotti di cancelleria. Oggi la BIC oltre a compiere 70 anni, è universalmente considerata anche oggetto di design. La penna è esposta al Museum of Modern Art/Centre George Pompidou a Parigi e al Moma di New York. Molti artisti italiani hanno utilizzato la BIC per creare ritratti, come René Magritte, Fernand Léger e Alighiero Boetti. Ora con la nuova ReNew aggiunge il fusto in metallo e la possibilità di ricaricarla. La cartuccia al suo interno si può sostituire grazie a una levetta in fondo al fusto, così da poterla riutilizzare riducendo notevolmente gli sprechi, mentre il tappo è per il 96% di plastica riciclata.
Il commento di Gonzalve Bich, CEO di BIC:
“Siamo molto contenti di lanciare questa nuova ed evoluta versione della nostra BIC Cristal. Per 70 anni, la penna Cristal originale è stata parte fondante della nostra cultura e ha guadagnato fiducia in tutto il mondo grazie alla sua qualità e design puro e semplice. Con la Cristal RèNew, abbiamo re-immaginato un oggetto essenziale per la nostra vita di tutti i giorni e creato uno strumento di scrittura elegante che sarà un compagno affidabile a scuola, a casa o in ufficio e porterà un sorriso con semplicità nelle giornate di persone in tutto il mondo”. Negli ultimi 70 anni la gamma di penne Bic si è evoluta in oltre 60 modelli con 15 colori.
La BIC per le pubblicità ha collaborato con il grafico e designer francese Raymond Savignac che ha creato nel 1952 la famosa campagna “Elle court elle court, la pointe BIC”
Dal 1965 la penna viene utilizzata in tutte le scuole francesi e riceve la certificazione ambientale NF Environnement (NF400). La nuova penna BIC punta ad un’estetica sostenibile dal valore senza tempo. E’ una penna ricaricabile e viene venduta in una confezione certificata FSC insieme a due refill e a una cartuccia al suo interno facilmente sostituibile grazie ad una levetta situata in fondo al fusto che riprende lo stesso colore dell’inchiostro, blu o nero. La BIC Cristal Re’New possiede, inoltre, una caratteristica durevole data la composizione in alluminio opaco, arricchito da un’incisione con laser del logo e da un tappo composto per il 96% di plastica riciclata, completamente ridisegnato e realizzato con lo stesso colore grigio metallico della struttura.
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