I timori per i possibili, anche se rari, casi di trombosi legati al siero AstraZeneca rischiano di rallentare la campagna vaccinale italiana contro il Coronavirus. Potrebbe determinarsi uno slittamento in avanti del momento in cui si raggiungerà la cosiddetta immunità di gregge, atteso per settembre. A oggi sono 26 milioni gli italiani che devono ricevere la prima dose e altri 13,6 milioni che devono ricevere la seconda. Ma ci sono anche 900mila persone in attesa del richiamo AstraZeneca. Si è stabilito però che, come seconda dose, riceveranno un altro vaccino: Pfizer o Moderna.
AstraZeneca solo agli over 60
Una circolare del ministero della Salute dà indicazioni perentorie sull’utilizzo del siero dell’azienda anglo-svedese solo per i cittadini con più di 60 anni. Ma fonti del governo affermano che “la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima”. Vista “l’ampia disponibilità” di “oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna” tra ora e la fine del terzo trimestre.
Open day cancellati
Un altro problema è che, se si confermeranno le previsioni sugli arrivi fino alla fine del terzo trimestre, l’Italia rischia di ritrovarsi nei frigoriferi milioni di dosi di Astrazeneca e Johnson e Johnson inutilizzabili. La decisione presa dal ministro della Salute Roberto Speranza, su indicazione degli esperti del Cts dopo la morte a Genova di Camilla Canepa, la giovane di 18 anni di Sestri Levante, e le perplessità di parte della comunità scientifica, ha già obbligato le Regioni a cancellare gli open day. Se si deciderà di riorganizzarli, è scritto nel verbale del Cts, dovranno “rispettare le indicazioni per fasce d’età”.
Rivista l’agenda delle somministrazioni
Adesso le Regioni rivedono anche l’agenda delle prenotazioni. Con la Lombardia che ha prima annunciato di non voler dar seguito alla decisione del governo di somministrare un vaccino diverso per i richiami, salvo poi fare marcia indietro. “La comunicazione contradditoria e semi assente del governo sui vaccini – ha detto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni – è ciò che più sta contribuendo a scatenare il panico tra i cittadini. Si assumano subito la responsabilità di dare risposte chiare e trasparenti agli italiani poiché milioni di cittadini sono in attesa”.