Giunta alla metà di giugno l’Unione europea stringe i tempi per il reperimento e la distribuzione, a tutti i Paesi membri che ne hanno fatto richiesta, dei primi finanziamenti del Next Generation Eu. Come è noto il Recovery fund, così informalmente si chiama, necessita dell’azione delle istituzioni europee sui mercati finanziari. Vale a dire che quei 750 miliardi di euro che gli Stati europei hanno deliberato di stanziare occorre siano reperiti sul mercato.

Obbligazioni e titoli di credito

È questa la ragione per cui l’Unione ha incaricato alcune banche per la prima emissione di debito a sostegno del recovery fund anti-pandemia, secondo quanto anticipa l’agenzia di stampa Reuters. Scatterà, probabilmente già da domani 15 giugno, una nuova vendita di bond – obbligazioni e titoli di credito – di durata decennale. Il tutto soggetto alle condizioni di mercato.

Maxi emissione da 800 miliardi

Questa operazione di reperimento dei fondi sui mercati internazionali riguarda soltanto la prima tranche del Recovery fund. Un’emissione di debito che arriverà complessivamente a circa 800 miliardi di euro entro il 2026, il fatidico anno in cui scadrà il tempo per le riforme e la modernizzazione dei Paesi che hanno aderito al Next Generation Eu. Si tratta di una cifra enorme che servirà a sostenere finanziamenti e prestiti agli Stati membri, trasformando la Ue in uno dei principali emittenti de Vecchio continente.

Le banche coinvolte nell’operazione

I reperimento dei fondi sui mercati finanziari si baserà su 90 miliardi di euro di emissioni della Ue. A guidare la maxi operazione di raccolta dei finanziamenti saranno alcuni gruppi di banche. Secondo quanto riporta Reuters, le autorità europee avrebbero selezionato Bnp Paribas, Dz Bank, Hsbc, Imi-Intesa Sanpaolo e Morgan Stanley come joint lead manager per l’operazione. Danske Bank e Santander agirebbero invece come co-lead manager, secondo la nota visionata in anteprima dall’agenzia di stampa. Di certo occorre far presto. Paesi come l’Italia, la terza economia della Ue, ma anche Francia, Spagna e Germania, attendono tra fine luglio e i primi di agosto decine di miliardi di euro di pre-finanziamenti.