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Covid, in zona bianca 40,5 milioni di italiani. Recovery: i fondi per la manutenzione di ponti e strade

Meno regole per 12 Regioni e una Provincia autonoma, abolito il coprifuoco

Da oggi 14 giugno 40,5 milioni di italiani saranno in zona bianca: due cittadini su tre vivono in regioni dove le restrizioni sono ridotte al minimo. Governo ed enti locali si preparano intanto alle gestione dei finanziamenti del Recovery fund, anche per risolvere il problema annoso della manutenzione di ponti, strade e viadotti.

Regioni in zona bianca

Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna Puglia e Provincia autonoma di Trento lasceranno il “giallo” da oggi 14 giugno. E si aggiungeranno alle già “bianche” Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Liguria, Veneto, Umbria e Abruzzo. In tutti questi territori non si applicheranno più le misure che regolano tutte le attività nelle altre zone. Compreso il coprifuoco. Lo stop a movimenti e attività notturne è destinato a sparire definitivamente, anche nel resto d’Italia, dal 21 giugno.

Le regole che restano in vigore

In zona bianca resta comunque in vigore l’obbligo del distanziamento di almeno un metro. Così come l’uso della mascherina, l’igienizzazione delle mani e il divieto di assembramento. Nelle zone bianche è consentito organizzare feste private successive a cerimonie religiose o civili, dunque matrimoni, cresime, comunioni, battesimi ma anche compleanni, feste di laurea e anniversari.

Green Pass per le feste

Per parteciparvi però – esattamente come avverrà in zona gialla dal 15 giugno – bisognerà avere una delle 3 certificazioni verdi previste dalle norme. Ovvero un certificato di vaccinazione, oppure un certificato di guarigione, che ha validità 6 mesi, o un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti la partecipazione all’evento. Nel decreto in approvazione nei prossimi giorni è previsto che la verifica delle certificazioni spetti “ai soggetti che erogano i servizi per fruire dei quali è prescritto il possesso di certificazione verde” . Ma anche “agli organizzatori di eventi ed attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso della medesima certificazione, nonché i pubblici ufficiali”.

Ristoranti al chiuso e discoteche

Fino al 21 giugno in zona bianca “il consumo al tavolo negli spazi al chiuso è consentito per le attività dei servizi di ristorazione per un massimo di 6 persone per tavolo. Salvo che siano tutti conviventi”. Il Dpcm del 2 marzo afferma che in zona bianca “restano sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto e al chiuso“. Di fatto dunque, le discoteche potranno aprire ma solo per l’attività di ristorazione e somministrazione, mentre resta vietato ballare in pista.

Le infrastrutture non possono attendere

Sul fronte del Recovery si fa strada la necessità di investire parte dei finanziamenti europei che sono in arrivo nella sicurezza di ponti, viadotti e strade locali. La manutenzione delle infrastrutture è fuori del piano. Se non per piccole quote e su singoli segmenti. Questo perché l’Europa non ha previsto di finanziare manutenzioni con Next Generation Eu. Fa eccezione però, sottolinea il Sole 24 Ore, il dissesto idrogeologico che avrà 8,9 miliardi. Si tratta però di finanziamenti per nuove opere. L’auspicio è che la “febbre” da Recovery, con una pioggia di denaro prevista da qui al 2026, non faccia dimenticare la priorità alla manutenzione dei territori.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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