Il XXI secolo, entrato appena negli anni Venti, si caratterizza già per una nuova corsa allo Spazio. Da un lato si progetta il cosiddetto turismo spaziale privato dei “ricchi”. Dall’altro le grandi potenze mondiali, Usa, Russia e Cina ma anche i Paesi degli Emirati Arabi fanno a gara per raggiungere i pianeti. E se la scoperta di Marte è cominciata con l’esplorazione del pianeta rosso da parte del rover Nasa Perseverance, della sonda Hope degli Emirati Arabi e della sonda cinese Tianwen-1, ora è la volta di Venere.
La missione EnVision
Dopo la Nasa, infatti, anche l’Agenzia spaziale europea (Esa) mette nel mirino Venere con una nuova missione chiamata EnVision. Sarà lanciata dopo il 2031, fra un decennio quindi, ma la preparazione comincia adesso. Protagonista una sonda che orbiterà intorno al pianeta gemello della Terra. L’obiettivo è quello di studiarne l’atmosfera, la superficie e la struttura interna.
Lo scandagliatore radar italiano
L’esplorazione del sottosuolo di Venere sarà affidata a uno strumento italiano. Il nostro Paese, sotto questo profilo, sarà in prima fila nella missione Esa. L’Italia metterà a disposizione dell’esplorazione di Venere uno scandagliatore radar realizzato con il coinvolgimento dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Il progetto avrà come responsabile scientifico Lorenzo Bruzzone, a capo del Laboratorio di Telerilevamento dell’Università di Trento.
Ricostruire la storia
“Sarà la prima volta in assoluto che un radar sounder opererà sul nostro pianeta gemello”, spiega Bruzzone secondo quanto riporta l’Ansa. “Le sue misure sotto-superficiali saranno fondamentali per la ricostruzione della storia geologica di Venere e contribuiranno alla comprensione dell’interazione tra superficie, sotto-superficie e atmosfera venusiana”. La missione EnVision, realizzata in collaborazione con la Nasa, offrirà una visione senza precedenti del pianeta più simile alla Terra in termini di massa, dimensioni e raggio orbitale.
Perché l’atmosfera di Venere è tossica?
Una delle domande chiave ancora senza una risposta soddisfacente, sottolinea Marco Zambianchi su Astronautinews.it, riguarda il carattere “gemello” di Venere e della Terra. Per quale motivo, nonostante Terra e Venere abbiano all’incirca le stesse dimensioni e composizione, quest’ultima è composta da un’atmosfera tossica ed è avvolta da nubi di acido solforico? Ecco una delle questioni chiave che la missione EnVision cercherà di risolvere.