La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, sarà in missione a Roma il 22 giugno, fra una settimana esatta. Porterà al governo Draghi le opinioni dei vertici europei sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sotto esame a Bruxelles ancora in questi giorni. Come avviene nei confronti politico-istituzionali di questo livello, la presidente esprimerà il suo parere in modo “franco e cordiale”: cioè senza giri di parole.
Luce verde
In Italia si crede che l’opinione della Ue sul Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà positiva. Del resto sarebbe clamoroso se fossero annunciati rilievi particolari. Il via liberà ci sarà, in sostanza. Ma il nostro Paese è quello che ha richiesto la maggior quota dei 750 miliardi di fondi del Next Generation Eu: quasi 200 miliardi. Perciò è quello che dovrà essere più attento e scrupoloso nell’adozione delle riforme indispensabili a ottenere i finanziamenti. Saremo sotto esame costante, forse più dei nostri partner in Europa.
Le tappe del tour europeo
Il viaggio di Ursula von der Leyen rientra nel quadro del tour delle capitali della leader dell’esecutivo comunitario. L’obiettivo di questi viaggi è la discussione e il via libera ai piani nazionali sul Recovery fund. La tappa italiana dovrebbe essere annunciata ufficialmente alla fine di questa settimana. Nella sua visita la leader visiterà uno dei progetti inseriti nel Pnrr italiano. Il tour europeo di Von der Leyen prenderà il via mercoledì 16 giugno, con tappe in Spagna e Portogallo. Il 17 la presidente sarà in Grecia e Danimarca, mentre il 18 si sposterà in Lussemburgo.
Passare dalle parole ai fatti
Lo scorso 8 giugno, una settimana fa, von der Leyen aveva lodato i Paesi della Ue. “Ringrazio tutti e 27 gli Stati membri per il lavoro titanico che hanno fatto. In meno di un anno, quindi, ci siamo. La nostra ripresa sta per cominciare: i piani (i Recovery plan nazionali, ndr.) sono il faro e i soldi cominceranno ad arrivare nelle prossime settimane“. La dichiarazione era arrivata nel corso del dibattito al Parlamento europeo a Strasburgo. Adesso si tratta di tradurre in fatti le buone intenzioni. Comincia l’emissione dei titoli di credito con cui finanziare il Recovery fund. Entro luglio 25 miliardi di pre-finanziamenti all’Italia. Poi comincerà la corsa alle riforme: senza di esse il rubinetto di Bruxelles rischia di chiudersi.