“La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sarà martedì prossimo 22 giugno in Italia” nell’ambito dell’approvazione da parte di Bruxelles dei piani di Recovery. Lo ha precisato da Dana Spinant, portavoce della Commissione europea. La prossima settimana la Commissione Ue approverà sette piani nazionali di ripresa e resilienza.
Disco verde anche per altri Paesi
Oltre al Pnrr italiano, il via libera arriverà anche per Austria, Slovacchia, Lettonia, Germania, Belgio e Francia. Secondo quanto riferito dai portavoce della Commissione, von der Leyen proseguirà il suo tour delle capitali europee, avviato questa settimana. L’obiettivo è appunto quello di annunciare la notizia di persona a ciascun singolo capo di governo. Lunedì prossimo 21 giugno la presidente partirà alla volta di Vienna e Bratislava. Martedì sarà invece in Lettonia, Germania e Italia, mentre mercoledì visiterà Belgio e Francia.
Il piccolo “record” del Portogallo
Il primo Piano nazionale di ripresa e resilienza che la Commissione ha approvato è stato quello del Portogallo, lo scorso 16 giugno. Il Pnrr portoghese vale 13,9 miliardi in sovvenzioni e 2,7 miliardi in prestiti. “Voglio farvi sapere che staremo con voi in ogni momento del percorso, il vostro successo è il nostro successo”, ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in visita a Lisbona proprio per l’annuncio dell’approvazione del Piano. Von der Leyen ha tenuto una conferenza stampa assieme al primo ministro socialista del Portogallo, Antonio Costa.
Bond per 20 miliardi
Marcia a tappe forzate, intanto, il reperimento sui mercati finanziari mondiali delle risorse Next Generation Eu per 750 miliardi. Il 15 giugno è arrivato il d-day per il decollo del piano di ripresa dell’Unione europea. La Commissione ha collocato il primo E-bond a 10 anni per un importo di 20 miliardi. Come riporta il Sole 24 Ore, la domanda degli investitori è stata pari a sette volte l’offerta. Lo ha spiegato la stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Queste emissioni che proseguiranno nel tempo hanno un doppio valore perché l’Unione europea è all’esordio come grande emittente di debito sovrano.