Il Vaticano ha chiesto formalmente al Governo italiano di modificare il testo del ddl Zan. Come ha ricordato questa mattina – 22 giugno – il Corriere dello Sera si tratta di “un atto senza precedenti nella storia del rapporto tra i due Stati“. La Santa Sede non è mai intervenuta, fin a ora, durante l’iter di approvazione di una legge italiana. Nella nota consegnata all’esecutivo da monsignor Gallagher si legge: “alcuni contenuti della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato“. Inoltre si sostiene che, con l’approvazione del ddl Zan, si metterebbe a rischio la libertà di pensiero dei cattolici. “Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni“, scrive quindi la Santa Sede.

Il dibattito politico: gli interventi di Letta, Salvini e Ostellari

Appresa la richiesta da parte del Vaticano, alcuni esponenti della maggioranza di Governo hanno chiarito le proprie posizioni in merito. Matteo Salvini, da Lamezia Terme, ha dichiarato: “Bene. Ringrazio il Vaticano per il buonsenso. Lottare contro ogni tipo di discriminazione e di abuso di violenza è nel nostro Dna perché ognuno deve essere libero di amare, vivere e di scegliere come condividere la sua vite“. Successivamente ha aggiunto: “Del Ddl Zan abbiamo sempre contestato il fatto che fosse un bavaglio nei confronti della libertà di opinione. Quindi, se c’è la volontà di ragionare insieme su un testo che non intacchi questo principio e che tuteli da ogni discriminazione noi siamo assolutamente d’accordo“.

Anche il segretario del PD Enrico Letta si è espresso sulla posizione adottata dal Vaticano, durante un’intervista rilasciata a Radio Rai 1: “Noi sosteniamo la legge Zan e, naturalmente, siamo disponibili al dialogo. Siamo pronti a guardare i nodi giuridici, ma sosteniamo l’impianto della legge che è una legge di civiltà”.

Infine, Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia a palazzo Madama: “La mia proposta è sempre valida. Riuniamo i presidenti dei gruppi del Senato e i capigruppo in commissione e sediamoci a un tavolo. Le audizioni si possono ridurre. Inauguriamo, finalmente, una fase di confronto, leale e costruttivo. Letta dia seguito a questa apertura e il Pd si sieda al tavolo“.

 

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