Assalto ai finanziamenti del Recovery fund da parte della criminalità organizzata. Questa volta è la Banca d’Italia a dare l’allarme mettendo in guardia istituzioni e cittadini. “Le attività criminali innescate dalla pandemia non si esauriranno con il riassorbimento dell’emergenza sanitaria – spiega Claudio Clemente, direttore dell’Uif, l’unità di informazioni finanziarie di Palazzo Koch – Se non le fronteggeremo adeguatamente, continueranno a gravare sul nostro futuro, trovando ulteriori importanti opportunità anche nei nuovi interventi pubblici“.
Miliardi di che fanno gola
Il riferimento è ai primi 25 miliardi di euro di finanziamenti del piano Next Generation Eu che l’Italia riceverà entro il mese di luglio. E ancor più alle successive tranches destinate al nostro Paese (per complessivi 191,5 miliardi di euro) fino al 2026. A causa della crisi economica e sociale innescata ormai da oltre un anno dagli effetti del Coronavirus “la debolezza finanziaria di famiglie e imprese accresce il rischio di usura” sottolinea l’alto funzionario della Banca d’Italia. Il pericolo è anche “l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle aziende“.
Balzo in avanti dal 2020
Pandemia e lockdown hanno cambiato, dunque, anche il modo di agire della criminalità e mafie. Cresce, cioè, il riciclaggio di denaro a discapito di altri illeciti. Ecco perché fanno gola i fondi pubblici in arrivo per l’implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La fotografia della situazione si trova nell’ultimo rapporto dell’Uif (l’unità di informazioni finanziarie della Banca d’Italia). Nel 2020 e nei primi mesi del 2021 le segnalazioni da parte di banche e altri soggetti, di operazioni sospette di riciclaggio sono state 113.187. Significa 7.400 in più rispetto al 2019: un incremento del 7%. Per il direttore dell’Uif, Claudio Clemente, l’aumento delle segnalazioni “è ascrivibile interamente a sospetti di riciclaggio. Viceversa quelle di finanziamento del terrorismo sono diminuite del 33% a 513 unità, anche a causa delle restrizioni alla mobilità“.
Le Regioni a rischio
Nei primi 5 mesi del 2021 la crescita di tali operazioni sospette si è rafforzata ancora di più. Al centro di iniziative opache la compravendita di mascherine e materiale sanitario. Ma anche gli illeciti sulle misure di sostegno anti crisi. Quali, ad esempio, finanziamenti garantiti o contributi a fondo perduto. Dal rapporto annuale di Bankitalia si rileva come “le regioni che figurano di più come luoghi di esecuzione dell’operatività sospetta sono il Lazio (18,7%) e la Lombardia (14,4%). Nei primi cinque mesi del 2021 le segnalazioni sono state 1.796, per un’operatività sospetta pari a 1,86 miliardi di euro.”