È entrata in vigore oggi 25 giugno la nuova legge sull’eutanasia in Spagna. E’ il settimo paese al mondo, vent’anni dopo l’apripista Olanda storicamente la prima a depenalizzare l’aiuto a morire per persone affette da certi tipi di malattie gravi e incurabili.
Il percorso della normativa spagnola
Di fatto la scelta è stata compiuta lo scorso marzo, ma la nuova normativa prevedeva anche un periodo di tre mesi per permettere alle diverse regioni, dotate di una sostanziale autonomia legislativa in relazione alla loro comunità di riferimento, di creare apposite commissioni di garanzia, cioè organismi necessari e responsabili di valutare le richieste di accesso a questo nuovo diritto. II procedimento durerà circa cinque settimane in cui il paziente richiedente dovrà esprimere il proprio consenso in quattro occasioni ed almeno due medici estranei al caso dovranno autorizzarne la richiesta. Sarà il sistema sanitario nazionale a offrire questa prestazione, a cui potranno accedere coloro che vivono in Spagna da almeno 12 mesi.
Le criticità all’implementazione della norma
I media iberici riportano il dibattito attorno a questa scelta storica per il paese iberico e individuano almeno tre criticità: la prima organizzativa dovuta alla presenza di medici obiettori di coscienza (esistono alcune liste di professionisti sanitari contrari ad applicare l’eutanasia); la seconda amministrativa, perché da marzo ad oggi non tutte le realtà regionali hanno provveduto ad istituire le proprie commissioni di garanzia al momento dell’entrata in vigore del ‘fine vita’. Infine la terza è giuridica dal momento che il Partito Popolare, formazione leader dell’opposizione al governo di centrosinistra, e Vox, partito di ultradestra, hanno presentato ricorso contro la nuova legge presso la Corte Costituzionale.