Dopo Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente, torna il commissario Teresa Battaglia: il personaggio creato dalla fantasia così ricca di sfumature di Ilaria Tuti. La dottoressa Battaglia non delude mai i lettori. Le sue inchieste sono dense di arguzia investigativa e soprattutto di umanità. Teresa si fa partecipe di ciò che indaga, ma questa sua caratteristica, lungi dal deviarla rispetto alla capacità di arrivare al termine delle indagini, la sostiene. La sua empatia verso le situazioni che incontra la dirige e la guida verso la soluzione del caso.

Crudeltà e lealtà

Così Ilaria Tuti immerge la sua eroina in una storia intrisa di spietatezza e compassione, di crudeltà e lealtà, di menzogna e gentilezza. L’indagine più pericolosa per Teresa, il caso che segna la fine di un’epoca. È questo e molto altro Figlia della cenere (Longanesi): l’ultimo libro di della “madre” di Teresa Battaglia.

 

La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata – è il pensiero di Teresa Battaglia – E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me.

La ferocia della verità

Sì perché per il commissario “è quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno.” In Figlia della cenere Teresa sa che i suoi giorni da commissario stanno per terminare. Eppure, nessun sollievo le è concesso. Il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che questa volta la costringe a rotolare dentro un buco nero. Così il commissario Battaglia capirà di dovere a se stessa, alla sua squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità. “Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.