MondoNews

Caldo letale a 50 gradi, il Canada è in ginocchio: oltre 200 vittime

Massima emergenza a Vancouver ma anche sulla costa ovest degli Stati Uniti

Per il terzo giorno consecutivo si registra in Canada un nuovo record di caldo estremo. E si contano i morti. Sarebbero almeno 233, finora, le persone letteralmente uccise dall’afa e dall’aria torrida. Un bilancio parziale che sembra destinato a salire.

Ondata di calore

La colonnina di mercurio è schizzata verso l’alto fino a sfiorare i 50 gradi centigradi. Per l’esattezza ha toccato i 49,5 gradi. Una così alta temperatura, paragonabile a quelle che si registrano in mezzo al deserto, è stata rilevata a Lytton, una cittadina a nord est di Vancouver, nella Provincia della British Columbia. Tutta l’area della metropoli al confine con la costa occidentale degli Stati Uniti sta vivendo giornate drammatiche. L’ondata di calore senza precedenti è diventata un’emergenza nazionale. Il dipartimento di polizia non ha perso tempo. Decine di agenti sono mobilitati in tutta l’area di Vancouver. I cittadini sono invitati a chiamare al telefono il 911 (il nostro 112) solo in caso di stretta necessità. I decessi legati al caldo hanno infatti esaurito le risorse umane in prima linea. Il sistema di risposta alle telefonate dei cittadini è andato in tilt.

“Mai vista una cosa del genere”

Vancouver non ha mai sperimentato un caldo come questo, e purtroppo decine di persone stanno morendo“, spiegano le forze dell’ordine. La Polizia reale canadese a cavallo e la Vancouver Police hanno annunciato separatamente che molte persone sono morte da venerdì scorso 25 giugno nell’area metropolitana situata sulla costa canadese affacciata sul Pacifico. La morsa di calore, hanno specificato, non sta interessando soltanto l’area di Vancouver ma anche la costa occidentale degli Stati Uniti.

Eventi estremi più frequenti

Gli esperti non escludono che alla radice di questa letale ondata di calore sul Canada ci siano i progressivi effetti dei cambiamenti climatici in corso sulla Terra. Non è un mistero, del resto, che i mutamenti del clima oggi comportino un incremento dei cosiddetti ‘eventi estremi’. Dalle trombe d’aria ai cicloni e dalla siccità alle nevicate improvvisamente abbondanti si stanno intensificando fenomeni meteorologici e climatici che sono sempre esistiti ma che nei decenni passati si verificavano meno spesso di oggi.

Il lockdown non basta

Chiusure e lockdown imposti in varie parti del mondo per frenare la pandemia di Covid hanno attenuato alcuni effetti. “Ma intanto un problema planetario molto grave come l’aumento delle temperatura della Terra non è risolto: è sempre lì” ha detto in una recente intervista a VelvetMAG l’oceanografo fisico Andrea Bergamasco. Lo stesso discorso vale “per l’aumento della temperatura degli oceani e dei mari, o per lo scioglimento dei ghiacci e per gli eventi climatici estremi sempre più frequenti.”

LEGG ANCHE: Andrea Bergamasco: «La Terra è la nostra astronave: il Covid ci insegna a non forzare la Natura» [INTERVISTA ESCUSIVA]

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio