NewsPoliticaPrimo piano

Grillo affossa Conte, M5S nel caos. E ora l’ex premier pensa a un partito suo

Sarebbero fra i 100 e i 150 i parlamenti grillini pronti a seguire l'avvocato pugliese

Una giornata di fuoco, oggi 30 giugno, per il Movimento Cinque Stelle. È attesa in serata l’assemblea del gruppo dei Deputati M5S. All’ordine del giorno il confronto sul Movimento dopo il post di ieri con cui Beppe Grillo ha di fatto ucciso nella culla la leadership di Giuseppe Conte. A stretto giro infatti (appena 24 ore più tardi), il fondatore e garante ha risposto all’ex premier che in conferenza stampa, il 28 giugno, gli aveva chiesto di “scegliere se essere un padre generoso o un padre padrone“, rifiutando ogni ipotesi di diarchia nel processo di riorganizzazione del M5S “perché non faccio da prestanome“. La replica del garante è stata di una durezza inusitata: “Conte non ha visione politica, né capacità manageriali“. Una stroncatura senza appello, una bocciatura su tutta la linea.

Fuori Conte, dentro il “Comitato Direttivo”

Insomma, altro che Conte alla guida dei pentastellati. “Indìco la consultazione in rete degli iscritti al Movimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau – ha scritto Grillo nel post sul suo blog – Ho pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato. Chiederò, poi, al neo eletto Comitato Direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023“. “Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata – ha attaccato Grillo – si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco.”

L’affondo sull’Avvocato del popolo

Il giudizio di Grillo su Giuseppe Conte è inappellabile. “Vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (…) e i problemi organizzativi (…) – ha scritto nel post – E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.” “Ma Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. Conte non ha né visione politica, né capacità manageriali“.

La reazione dell’ex capo del governo

Riunito con i suoi, Conte ha reagito senza scomporsi troppo com’è nel suo carattere. Ma dalle sue parole traspaiono delusione e amarezza. “Ha scelto di fare il padre padrone della sua creatura” ha detto, riferendosi a Grillo, ai fedelissimi in una riunione convocata d’urgenza. Fra i più vicini all’avvocato pugliese, il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, e l’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Ma anche la senatrice Paola Taverna e il capogruppo in Senato, Ettore Licheri. Luigi Di Maio e Roberto Fico non mollano e continuano a fare i pontieri, ma tornare indietro da un divorzio non consensuale e risposarsi è quasi impossibile. Giuseppe Conte è a un bivio. La tentazione di dar vita a una nuova formazione politica imperniata sul suo nome si fa più forte di ora in ora. E c’è chi crede che dei 250 grillini in Parlamento (deputati e senatori) fra i 100 e i 150 sarebbero pronti a uscire dai gruppi pentastellati per seguire l’ex capo del governo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio