A un mese dall’atteso arrivo in Italia dei primi 25 miliardi di finanziamenti del Next Generation Eu, la messa in pratica del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sta creando frizioni fra gli enti locali e il Governo Draghi. Nel giorni scorsi si era levata la protesta delle Regioni, in particolare. “Ci avete escluso dalla gestione operativa del Pnrr” era stato il messaggio esplicito indirizzato all’esecutivo. Adesso arriva la risposta del ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao. “Intendiamo realizzare il PNRR attraverso la collaborazione e l’ascolto degli enti territoriali” ha dichiarato al termine di una visita alle eccellenze tecnologiche della Data Valley dell’Emilia-Romagna, nel Bolognese. “Faremo in modo di accelerare lo sviluppo della migliori realtà tecnologiche del nostro Paese.”

Eccellenze tecnologiche

Il ministro è stato accompagnato dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e da diversi assessori in diverse visite private. Prima al Cineca di Casalecchio di Reno, il consorzio interuniversitario che ospita il più grande centro di calcolo in Italia, poi al Bi-Rex a Bologna, uno degli 8 competence center nazionali istituti dal ministero dello Sviluppo economico nell’ambito del piano Industria 4.0, con focus specializzato sul tema dei Big Data. Infine al Data Center del Centro europeo per le previsioni meteo a medio termine. Il messaggio di Colao in sostanza è di pazientare, perché il Governo non ha alcun interesse a escludere Regioni, Comuni ed enti locali dalla co-gestione, per quanto possibile, del Pnrr italiano.

Il Comitato europeo degli enti locali

Eppure, da uno studio del Comitato europeo delle regioni (CdR), che rappresenta a Bruxelles gli enti locali dei 27 Stati membri, emergono valutazioni preoccupate. La ricerca ha preso in esame i piani di ripresa di 8 paesi: Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Polonia, Romania e Spagna. Ciò che balza agli occhi – sostiene il Comitato – è una diffusa mancanza di coordinamento con gli enti locali e regionali. Il nostro Paese risulta addirittura all’ultimo posto per coinvolgimento di regioni e città. “L’Italia non dedica una sezione specifica al processo di consultazione” si legge nel rapporto. “Nell’introduzione è solo citato il fatto che il PNRR è stato discusso con gli enti locali, la società civile e i partiti politici“. Troppo poco? Può darsi. Di certo adesso il tempo stringe e il Recovery plan va realizzato. L’ascolto dei territori può diventare un’arma in più.