Il PNRR dei “piccoli”, lotta allo spopolamento e banda larga: 60 milioni alle isole minori
Da Capri alle Tremiti e da Ponza a Pantelleria crescono i progetti per attrarre il turismo
“Nelle prossime settimane avremo a disposizione 60,5 milioni di euro, previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Li anticiperà il ministero per lo Sviluppo economico” con l’obiettivo “di far progredire la banda larga” nelle piccole isole. L’annuncio è arrivato, oggi 2 luglio, dalla ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. “Il ritardo nella capacità di connessione a Internet di alcuni territori – ha spiegato Gelmini – rappresenta l’elemento di debolezza più rilevante per crescita, attrattività di investimenti e flussi turistici“.
Quali sono le Isole minori
Le cosiddette Isole minori dell’Italia sono parecchie. Una lista di paradisi naturali che si trovano soprattutto al Sud. Fra le piccole isole più importanti ci sono le Eolie, le Egadi, Pantelleria e Lampedusa in Sicilia; Capri, Ischia e Procida in Campania. Ma l’elenco però non si ferma qui perché comprende anche le Isole ponziane nel Lazio, l’Arcipelago toscano, le Tremiti in Puglia e gli Arcipelaghi della Maddalena, di Tavolara e del Sulcis in Sardegna. Una variegata ‘collezione’ di autentiche perle del Mediterraneo, popolate – complessivamente – da centinaia di migliaia di cittadini. La vita slow delle piccole isole, ai margini del tessuto urbanizzato più sviluppato delle coste, è lontanissima da quella frenetica delle città. È perciò un tesoro da salvaguardare. E il Recovery plan del Governo Draghi ha previsto fonti di investimento per potenziare la connessione a banda larga su Internet e lo sviluppo digitale di questi territori particolari in funzione della loro vocazione turistica.
Italia interna, Patto in Sardegna
Un secondo fronte, non meno importante, è quello dello spopolamento dell’Italia interna. In Sardegna un patto fra 37 associazioni, sostenuto anche dall’Anci (l’Associazione nazionale comuni d’Italia) punta a sconfiggere questo fenomeno in atto da tempo. Qualcosa che sta trasformando profondamente il volto dell’isola, ma in realtà anche dell’Italia ‘continentale’, a partire dalle comunità appenniniche. L’intesa fra le associazioni sarde è stata siglata nel parco di Badde Salighes a Bolotana (Nuoro). Obiettivo: realizzare – anche intercettando i fondi del piano Next Generation Eu – una serie di progetti a vantaggio dei piccoli paesi in fatto di fiscalità, zone franche, abbattimento della burocrazia, banda larga, piano casa e recupero di edifici disabitati. Se ne farà carico la neonata Rete delle associazioni che entro fine anno presenterà i piani di sviluppo in un evento dal titolo “Riabitare la Sardegna”. Insomma un nuovo Manifesto delle zone rurali interne. Una risposta ai diritti negati per chi abita i piccoli paesi. Dalla salute all’istruzione, dalla formazione alla mobilità fino al lavoro per i giovani. Si calcola che, nel solo 2018, 3.500 ragazzi sardi siano emigrati dai loro paesi di origine per cercare fortuna altrove.