Dante in versione pop arriva a Perugia: la mostra dedicata al Sommo Poeta [ESCLUSIVA]
L'esposizione visitabile fino al 30 ottobre 2021 presso la Biblioteca Augusta
Dante a Porta Sole: Dante in versione Pop convive con le copie manoscritte della Divina Commedia
Dante a Fumetti: l’ironica veste del Sommo Poeta
Molti si sono interrogati sulla possibilità di ridurre mediante altri linguaggi la “Divina Commedia” con la cautela che richiede l’avvicinarsi ad un monumento così indiscusso della letteratura mondiale. Cesare Zavattini, nel 1959, in una lettera all’amico Arrigo Polillo, dirigente della Mondadori, chiedeva addirittura se ne potesse essere realizzata una versione a fumetti. Ma qualcuno aveva già osato tanto. Guido Martina, detto “il professore”, in alcuni numeri del 1949 di Topolino aveva scritto la prima delle parodie Disney, L’inferno di Topolino. Proprio qui il topo più famoso del mondo interpretava Dante, (mentre Pippo Virgilio), ed incontrava nel ruolo di dannati o messaggeri i vari personaggi disneyani. Tutte le didascalie erano endecasillabi in rima incatenati come nell’originale dantesco. Le pene dei dannati seguivano la regola del contrappasso e includevano riferimenti satirici alla società italiana dell’epoca.
I tweet fulminanti della “Divina Commedia” sono attuali anche nell’era social moderna
La terzina dantesca si è rivelata essere uno strumento espressivo di altissima versatilità. Ne è scaturito un ritmo narrativo agile e performativo, capace di adattarsi ad ogni registro espressivo. Si può addirittura osare e guardare la terzina dantesca paragonandola allo stile della scrittura social (post e tweet). Le terzine dantesche sono entità metriche chiuse, ma anche aperte. Ciò grazie alla geniale invenzione di Dante della catena rimica. Ciascuna terzina dantesca è composta da poco più di 100 caratteri, spazi e punteggiatura inclusi. Ben al di sotto, quindi, delle 140 battute prescritte da Twitter. Per i periodi composti da due terzine i caratteri salgono a poco più di 200 rientrando nel protocollo comunicativo di Facebook, che generalmente utilizza le 280 battute. L’esposizione Dante a Porte Sole mette in risalto anche il ritmo narrativo di Dante, decisamente rapido e leggero, da vero comunicatore social!
L’esposizione Dante a Porta Sole prosegue con delle copie manoscritte della Commedia risalenti al XIV secolo
Alcune di queste sono illustrate da pregevoli miniature, e delle edizioni a stampa delle opere dantesche e dei relativi commenti, a partire da incunaboli e cinquecentine, dal XV al XXI secolo. I documenti sono stati selezionati per evidenziare i momenti più significativi della lettura e dell’interpretazione della produzione del Sommo Poeta. Ai testi posseduti dalla Biblioteca Augusta si affianca altro prestigioso materiale, proveniente da altre istituzioni come l’Archivio di Stato di Perugia, l’Archivio di Stato di Terni, il Comune di Fossato di Vico, la Biblioteca delle Nuvole di Perugia, la Società Bibliografica Toscana e Daniele Lupattelli. Tra questi, un’inedita raccolta di frammenti manoscritti della Commedia, provenienti da diversi Archivi umbri.
La Sala Grande della Biblioteca Augusta ospita delle bacheche per una lettura guidata con i codici miniati in possesso dell’Istituzione
E poi “Il libro di Dante a Perugia e in Umbria”, sempre con accompagnamento esplicativo, improntato a completezza scientifica e divulgazione alta. Presente nella mostra Dante a Porte Sole anche l’edizione folignate della Commedia del 1472, prima opera stampata in volgare italiano. Seppur solo in foto, poichè non se ne possiede una copia, il manoscritto proposto fu stampato dal tipografo Giovanni Numeister, allievo di Gutenberg.
La mostra Dante a Porta Sole prende il nome da un rione del centro storico di Perugia
Il progetto riesce ad appassionare target differenti: dallo studioso, al ragazzo che si confronta per la prima volta con la figura del Sommo Poeta. Una figura unica che sembra parlare ancora agli uomini di oggi. Non rimane nessun autografo dell’Autore, ma il numero di codici del XIV secolo pervenuti fino ai giorni nostri è altissimo, circa 400. Da allora a oggi l’opera di Dante è letta nelle scuole. Di fatto come il poeta fiorentino si proponeva, cioè indirizzare i suoi lavori ad un pubblico più vasto ed eterogeneo rispetto a quello dei teologi. Perché altrimenti scrivere in volgare? Che da allora è diventata la nostra lingua nobile.