Ddl Zan, il Senato approva la calendarizzazione
Dalla ore 16.30 aperte le votazioni, Andrea Ostellari: "Nel disegno di legge eliminare, ovunque ricorrano, le parole identità di genere"
Si è votato oggi, 6 luglio, a Palazzo Madama per la calendarizzazione del Ddl Zan. Il disegno di legge che intende fornire: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza
per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“. Si è arrivati alla votazione in un clima di totale incertezza, con una proposta di mediazione sulla legge in attesa di calendarizzazione da parte della Lega. Andrea Ostellari, relatore del Carroccio, è intervenuto con una proposta perentoria, il cui scopo principale è: “eliminare, ovunque ricorrano, le parole identità di genere”. Il testo proposto andrebbe a modificare nettamente quello in essere. La mozione di Ostellari Interverrebbe sugli articoli 1, 2, 3, 4 e 7 del testo di Alessandro Zan.
“Voglio escludere che nelle parole di Renzi si celi un accordo con Salvini, ho i brividi all’idea che ci sia“, così il promotore del Ddl Zan, Alessandro Zan, ai microfoni di The Breakfast Club. Ha poi proseguito: “Una legge che tutela dai crimini d’odio non si può barattare con un accordo di potere. Renzi vuole essere protagonista di una mediazione, ma rischia di far saltare la legge. La destra invece vuole solo decapitarla. Paura che la legge non venga approvata? Intanto, andiamo in aula dalla commissione giustizia e incrociamo le dita. Poi leggiamo gli emendamenti dei partiti. Nel Pd ci sono dubbi e perplessità su alcuni punti, ma siamo compatti. Se Italia Viva vota compatta, in Senato ci sono i numeri“.
Ddl Zan: discussione e votazione per la calendarizzazione a Palazzo Madama
La seduta è stata aperta alle 16.30; la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha ricordato il senatore Francesco Bosi. Ha aperto gli interventi la senatrice Bernini di Forza Italia, durante il proprio intervento è entrata nel merito del testo attuale del Ddl Zan: “Non possiamo far approvare in Gazzetta Ufficiale un manifesto, una bandierina. È il testo ad essere sbagliato; voglio la legge Zan in quest’aula e la voglio per il gruppo parlamentare che rappresento. Ma non voglio essere obbligata. Si dia priorità alla libertà di espressione e di parole. Chiediamo con umiltà e onestà intellettuale di riflettere sulla mediazione proposta dal Presidente Ostellari. Ha avuto una grande capacità di fare sintesi. Chiedo di non forzare il calendario a una folle corsa del disegno di legge Zan, ma di prenderci del tempo per lavorare sul testo“.
Ciriani, senatore di Fratelli di Italia: “La sinistra ha deciso che il bicameralismo non esiste più. Non serve che il Senato lavori o che tenti di migliorare un testo. Qui si parla di indottrinamento. Hanno cercato di farvi ragione, ma non ci sono riusciti; persino il Vaticano è intervenuto in un nota che non ha precedenti. Ma per voi non conta, per voi conta votare una legge in maniera inaccettabile, siete in minoranza fuori da quest’aula. Qui si parla di pensiero unico e questo spiega l’urgenza“.
De Petris, senatrice di Liberi e Uguali: “Il Ddl Zan è stato approvato alla Camera; sono sette mesi che questo disegno di legge è buttato in commissione. Noi abbiamo sempre questo che iniziasse la procedura canonica e non 170 audizioni. Bisogna fissare il termine degli emendamenti, non si devono fare gli accordi fuori e rinviare la calendarizzazione. Questa legge allarga i diritti, non li toglie a qualcuno”.
Romeo, senatore della Lega: “Pensate di poter affrontare un tema così divisivo e chiedere una calendarizzazione per la prossima settimana? Significa esautorare la commissione dei suoi doveri e non accelerare. Le abbiamo provate tutte; abbiamo depositato un disegno di legge per testimoniare che per la lotta alle discriminazioni noi ci siamo. Ma è un disegno di legge che non avete nemmeno voluto guardare. Alcune femministe hanno chiesto i cambiamenti del Ddl Zan. […] Noi sull’ideologia gender non ci stiamo. Diamo una legge vera ai cittadini“.
Malpezzi, senatrice del Partito Democratico: “Questo disegno di legge è stato approvato alla Camera 7 mesi fa. Non è una forzatura, non si può parlare di forzatura. La calendarizzazione è stata richiesta mesi fa, sono mesi che chiediamo una discussione ordinata. Ci sono state 170 audizioni abbiamo chiesto che potessero essere contenute in un programma compatto, non c’è stato consentito. Le audizioni non sono ancora terminate. La mediazione per noi non è ammissibile, perché tiene fuori le persone trans o in transizione e non vogliamo mediare su questo. Estende solo la legge Mancino, quello è il tema. Noi andiamo avanti convinti che una data certa possa portare avanti il lavoro con trasparenza“.
Cioffi, senatore del Movimento Cinque Stelle: “Chiedendo la calendarizzazione non si vuole fare altro che arrivare a un punto. Se vogliamo arrivare a una soluzione ben venga, ma non si può nascondere che le persone abbiano bisogno di aver riconosciuto i diritti. Noi pensiamo che la calendarizzazione sia opportuna e che serva a raggiungere un obiettivo“.
Faraoni, senatore di Italia Viva: “Oggi è successo un fatto che va sottolineato. Si è detto che non ci fosse dialogo, ma Ostellari ci ha sottoposto una proposta che per noi è perfettibile. Hanno chiesto 24 ore per poter discutere la calendarizzazione; ma è stato detto di no. Il Presidente Ostellari ha chiesto un’altra data certa e votiamo il calendario, il 20 o il 21, anche a questa proposta hanno detto di no. La legge rischia di non essere approvata sotto i colpi dell’ostruzionismo. Questa legge serve, bisogna tutelare le persone. Noi voteremo sì perché nessuno possa dire che Italia Viva non voglia la legge”.
Terminati gli interventi, si è passati alla votazione: il Senato ha espresso voto favorevole. Dunque il Ddl Zan è calendarizzato per il prossimo 13 luglio.