Fin dal suo esordio nel 2016 come Direttore Creativo di Dior, Maria Grazia Chiuri non ha mai smesso di amalgamare moda e arte, come forma di attivismo e di condivisione dei saperi per la crescita personale e collettiva, rivolgendosi a numerosi artisti contemporanei. Ed è così anche in quest’ultima collezione: l’Haute Couture Dior Autunno/Inverno 2021-2022, presentata ieri, lunedì 5 luglio 2021, al Museo Rodin a Parigi. La designer ha chiamato Eva Jospin, artista visiva francese, che firma per l’occasione l’opera Chambre de Soie, vetrina di questa collezione dal know-how impeccabile. Le ampie pareti della sfilata, rivestite di ricami in scala 1 a 1, richiamano le tappezzerie all’indiana della Sala dei Ricami di Palazzo Colonna. Una collezione che punta sulla tecnica sapiente del ricamo, tramandata di generazione in generazione, savoir-faire valorizzato in passerella.

Dior Autunno/Inverno 2021-2022: la materialità del tessuto diventa forma

Riappropriarsi dei valori dell’haute couture, a ridosso di quel segmento di vita rarefatta nel corso del quale le collezioni Dior ideate da Maria Grazia Chiuri sono state svelate principalmente attraverso il cinema. La sfilata di Dior Autunno/Inverno 2021-2022 ha aperto ufficialmente la Paris Fashion Week. La materialità del tessuto diventa forma, il linguaggio sovversivo del ricamo si esprime attraverso un progetto che diventa azione performativa. Energia paragonabile al piacere poetico, a metà strada fra stile, movimento e attitude. Una serie di pezzi che trovano nella ricerca tessile, grazie ad una serie di varianti di check, di tweed e di diverse tattilità.

Questa collezione di Maria Grazia Chiuri, si inserisce in un contesto singolare

Nel tornare in presenza, bisogna spostare l’attenzione verso una materialità atipica. Tradurre questa materialità nell’epoca del virtuale vuol dire anche reinterpretare il ricamo: non ornamento decorativo ma sostanza collegata ai sensi della vista e del tatto. Il libro Threads of Life di Clare Hunter, artista tessile e curatrice, è stato fondamentale per questa collezione e ha permesso di acquisire una coscienza critica sul valore essenziale della tessitura e del ricamo, così caro a Maria Grazia Chiuri, perché essi trasmettono la memoria, i gesti di protezione, cura e protesta.

L’opera Chambre de soie, realizzata dall’artista francese Eva Jospin, si presta a involucro della sfilata Dior Autunno/Inverno 2021-2022

Le pareti sono adornate da ricami in scala 1 a 1 che alludono alla Sala dei Ricami di Palazzo Colonna, decorata con tappezzerie all’indiana. Questa particolare sala del monumentale palazzo nobiliare romano prende il nome dalle pregevoli tappezzerie “all’indiana”, della metà del XVII secolo. Queste adornano le pareti, tessute con la tecnica del filo d’oro e seta. Il baldacchino centrale riporta gli stemmi Colonna e Pamphilj. L’effigie rappresentata era per il matrimonio di Filippo II Colonna, figlio di Lorenzo Onofrio Colonna e Maria Mancini Mazzarino, con Olimpia Pamphilj, avvenuto nel 1697.

Sala Ricami- Palazzo Colonna- Dior- Autunno-Innverno 2021-2022 esclusiva fotografica VelvetMAG

Questa creazione rappresenta una scena, un prezioso sfondo per abiti magnificenti nel plissé, negli strascichi, nelle catene intrecciate a mano che disegnano motivi sul corpo, in colori cari a Monsieur Dior come l’azzurro polveroso o il nude. Oppure come per l’abito verde su cui affiora un ricamo inaspettato. La couture propone ciò che non sapevamo di volere e, così facendo, ci rivela ciò che non sapevamo. Non è forse quello che fanno le avanguardie? Rendere visibile ciò che non si vede. Definire, attraverso la pratica artistica, le pulsioni di un mondo in trasformazione.

L’heritage della Maison si svela negli stilemi tanto cari a Monsieur Christian Dior

Appaiono infatti in passerella la giacca Bar, emblema del New Look, capi dalle tonalità cipria, nuance storica della Maison. Ma anche i dettagli floreali, che esprimono tutta la passione per i fiori del fondatore dell’iconica Casa di moda francese. Di grande impatto l’abito verde menta ricamato che disegna i contorni per una sposa contemporanea, ma tradizionale al tempo stesso. Maria Grazia Chiuri, dopo aver presentato a Parigi la sfilata Dior Autunno/Inverno 2021-2022, è attesa questa sera, martedì 6 luglio alle 21:00, alla Triennale Estate di Milano. Insieme alla regista Alina Marazzi e al critico Maria Luisa Frisa, la designer presenterà Moda e cinema: ieri, oggi e domani, una serata in cui si alterneranno talk e proiezioni che analizzeranno le relazioni tra moda e cinema.

Maria Grazia Chiuri ritratto ®-Maripol

La moda e il cinema sono sempre stati interconnessi tra loro

Sin dai sui albori il cinema ha rappresentato per la moda una grande opportunità di visibilità. Lo schermo cinematografico è stato una grande vetrina animata in grado di mostrare e far viaggiare per il mondo le creazioni degli atelier sartoriali. Al tempo stesso il cinema ha sempre avuto bisogno di quel “tessuto di cui sono fatti i sogni” indossato dalle dive dello schermo per rendere immortali proprio quei sogni, fissati per sempre sulla pellicola. Nel corso della storia del cinema il dialogo tra gli stilisti e i creatori di immaginari visivi si è virtuosamente alimentato a vicenda. La moda, come il cinema, crea visioni, proietta fantasie e produce narrazioni, reali o immaginarie.

Nella serata Moda e Cinema: ieri, oggi e domani Maria Grazia Chiuri e Maria Luisa Frisa e Alina Marazzi, rifletteranno sui linguaggi e gli intrecci tra moda e cinema oggi e cento anni fa

Nel corso dell’ultimo anno, su iniziativa di Maria Grazia Chiuri, la Maison Dior ha commissionato ai registi di cinema, Alina Marazzi e Matteo Garrone, dei brevi film, rispettivamente To Cut is to Think del 2020 e Il Castello dei Tarocchi del 2021, che saranno proiettati nel corso della serata evento di questa sera. In apertura ci sarà la proiezione del brevissimo slapstick Lea e il gomitolo, del 1913, e un omaggio alla città di Milano con la proiezione di un sofisticato film del 1929, Stramilano, una “sinfonia” della città dell’epoca del muto. Il ritratto modernista evidenzia, sin da allora, la centralità dell’industria della moda nell’identità della nostra città. I due film muti saranno musicati dal vivo da Painè Cuadrelli, produttore musicale, sound designer e dj.

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