Increduli. Siamo ancora così. Jorginho ha già battuto il rigore che ci è valso l’accesso alla finale di Euro 2020, ma siamo ancora con il cuore in gola, come se vivessimo in flashback perenne. Siamo ancora fermi alla rete del pareggio di Alvaro Morata; stiamo ancora soffrendo schiacciati da una Spagna indemoniata nella nostra metà campo. Stiamo esultando con Federico Chiesa. Siamo cristallizzati sul “si va ai rigori“. Eppure è successo: l’Italia giocherà la finale dell’11 luglio. Con i complimenti di Luis Enrique, il ct della Spagna, Roberto Mancini e i suoi domenica saranno a Wembley pronti a battersi per portare a casa un trofeo che manca dal 1968. Subito dopo la gara sui social è esplosa la gioia dei protagonisti di questo sogno azzurro; lacrime, esultanze e omaggi a una tifosa speciale che non c’era ieri, che per convenzione si dice ‘non c’è più’, ma che resterà per sempre: Raffaella Carrà.

L’Italia va in finale e i social si colorano d’azzurro: Mancini dedica la vittoria a Raffaella Carrà

Ieri, 6 luglio, abbiamo assistito alla concretizzazione di un paradosso: sul volto degli italiani una lacrima per Raffella e un sorriso per la Nazionale. Poco prima della partita, durante il riscaldamento, la voce di Raffaella Carrà ha riecheggiato nello stadio di Wembley; Londra l’ha sentita forte e chiara. Quando poi dopo i tempi regolamentari, quelli supplementari e i rigori gli Azzurri ne sono usciti vittoriosi, Mancini ha recuperato lo smartphone, ha caricato l’immagine di Insigne che indossa la maglia di Leonardo Spinazzola durante i festeggiamenti e ha accompagnato lo scatto con quello che fino all’altro ieri era solo il titolo di un brano, il ricordo in bianco e nero di Canzonissima, e che oggi, a causa di un addio, che c’ha colti impreparati e c’ha spiazzati, rappresenta molto, ma molto di più: “Ma che musica maestro!“. Un doppio omaggio che gli è valso una valanga di ‘cuori’ e commenti commossi: da una parte Spinazzola, assente giustificato, dall’altra Raffaella, ‘la donna in più’ durante il match di ieri sera.

Da casa propria, mentre i compagni riuscivano nell’impresa di battere la Spagna ai rigori, Spinazzola se ne stava sul divano scalpitante: avrebbe voluto, più di ogni altra cosa, essere lì con loro. Un destino beffardo non glielo ha permesso. E se steste pensando che questo sia bastato a spezzare i suoi sogni di gloria, siete in errore. Leonardo ha esultato come un pazzo. Con la testa e con il cuore è rimasto lì, vestito d’azzurro.

E poi c’è lui, l’uomo del match: Gigio Donnarumma. 22 anni, 2 metri d’altezza e gli occhi di un bambino che ancora stenta a crederci. Troneggia tra i pali e salva gli Azzurri in più occasioni. Ha raccolto con orgoglio l’eredità di uno dei più grandi, del campione del mondo Gigi Buffon. “Noi in campo, voi sugli spalti, per le strade, davanti alla tv. Circondati da una grande passione e dal vostro affetto ci prepariamo per la FINALE“, ha scritto sui social, tenendo fede al pragmatismo che lo contraddistingue: ‘festeggiamo sì, ma non perdiamo la concentrazione’. Domenica si scende in campo per l’ultima volta e per citare un Fabio Caressa entusiasta, che tanto ci ricorda la contentezza del 2006: “Andiamo a cantare l’inno in finale!