Diritti TV, Antitrust apre istruttoria sull’accordo Tim-Dazn
Possibili distorsioni della normale concorrenza sul mercato pay-tv e collegati
Rischia di diventare più rovente del calciomercato estivo, e forse solo le ansie per la finale dell’Europeo di domenica in cui giocheranno gli Azzurri possono oscurare la notizia di giornata: l’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato (AGCM) ha deciso di aprire un’istruttoria sull’accordo tra Tim e Dazn. Ricordiamo che la piattaforma streaming si è aggiudicata, un po’ a sorpresa, per il triennio 2021-24 i diritti di trasmissione della Serie A. Dopo lunga querelle per la prossima stagione Dazn avrà 7 partite alla settimana in esclusiva e 3 in co-esclusiva con Sky. Il costo dell’operazione è stato di 840 milioni di euro annui, di questi circa 340 garantiti da Tim con un accordo tra le parti. Ed è proprio questo passaggio che ha messo in moto l’Antitrust.
Nota AGCM: accordo restrittivo della concorrenza
Secondo la nota diffusa questa mattina a corredo della comunicazione di apertura dell’attività istruttoria, quest’alleanza potrebbe configurarsi come “restrittiva della concorrenza con riferimento alle clausole dell’accordo che limitano commercialmente Dazn nell’offerta di servizi televisivi a pagamento, con l’effetto, fra l’altro, di ridurre la sua capacità di proporre sconti agli utenti finali e di ostacolare gli altri operatori di telecomunicazioni dall’intraprendere eventuali iniziative commerciali“.
Nello stesso comunicato si apprende che dallo scorso 21 febbraio 2021 “diversi operatori di TLC quali Vodafone Italia S.p.A., Wind Tre S.p.A., Fastweb S.p.A. e da ultimo, in data 22 giugno 2021, Sky Italia S.r.l.” hanno “depositato note in cui evidenziavano possibili effetti restrittivi della concorrenza riconducibili all’accordo fra Tim e Dazn, sviluppando considerazioni sostanzialmente analoghe fra loro». L’intervento di Sky arriva solo dopo quindi a giugno, come conseguenza del rifiuto dei 500 milioni di euro a stagione per poter trasmettere le 7 partite in esclusiva in pancia alla piattaforma Dazn.
Le criticità distorsive di questo accordo
Sono essenzialmente due gli elementi addotti da chi ha interrogato l’Antitrust: “centralizzazione di un contenuto editoriale non replicabile, ad alto valore per i consumatori, quale è il campionato di calcio di Serie A, sulla sola Piattaforma Internet e nella sua commercializzazione in esclusiva da parte della sola Tim. Ciò rafforzerebbe ulteriormente la posizione da quest’ultima detenuta nel mercato del broadband e dell’ultra broadband, posto che sarebbe l’unica telco che potrà includere tale contenuto nelle proprie offerte triple play e l’unico soggetto che può offrire sconti ai consumatori e che potrà far installare l’app di Dazn sui suoi dispositivi, quale in particolare la TIM Box”.
L’attenzione quindi si pone su due focus: sia la valutazione dell’impatto di questo accordo sul mercato della pay-tv, come su quelli dei servizi di telecomunicazioni (banda larga e ultralarga, mobile); sia il danno per i consumatori nello scegliere liberamente il proprio fornitore di connettività internet.