Mourinho allenerà la Roma: se glielo avessero raccontato un anno fa, i tifosi giallorossi avrebbero riso di gusto. E invece, oggi, 8 luglio, la realtà è José Mourinho seduto in una sala del Campidoglio, in cui “le tende fanno rumore“, per partecipare alla sua conferenza stampa di presentazione. Mou è tornato in Italia e già scorrazza a Trigoria su una vespa bianca che in coda porta una targa con il suo nome. Provate a dare un pizzicotto al romanista accanto a voi. E se le immagini non dovessero bastare a rendere realtà il sogno giallorosso arrivano le parole. Quelle volant, ma non quando a pronunciarle è José Mourinho: “Non sono qui in vacanza, voglio vincere“.
José Mourinho: “Noi vogliamo migliorare e i titoli arriveranno”
José il calcio lo vede come nessun altro: è paziente quando i tempi non sono maturi, sgasa sull’acceleratore quando c’è da portare a casa il risultato. Ed è forse l’uomo giusto per tirare fuori da un impasse, che dura ormai da alcune stagioni, la Roma di Friedkin. Durante la conferenza stampa, Mourinho è stato chiaro: “Voi parlate sempre di titoli, noi parliamo di tempo, di progetto, di lavoro. I titoli non sono parole, come parola è troppo facile da dire. Poteva essere una promessa molto facile, ma la realtà è un’altra cosa. Noi parliamo di migliorare, i titoli arriveranno. La società non vuole un successo isolato, vuole arrivare in alto e rimanerci. Noi vogliamo essere sostenibili e il successo arriverà“. Non c’è fretta dunque, la società e l’allenatore hanno concordato un progetto a lungo termine: costruire per vincere e restare in vetta.
Quando gli è stato chiesto cosa pensasse delle avversarie per la prossima stagione, il nuovo allenatore della squadra giallorossa non ha avuto molti dubbi e ha dichiarato guerra a chi crede che il suo protagonismo possa diventare il perno sui cui rifondare la squadra. “Prima di tutto non voglio la Roma di Mourinho. Voglio la Roma dei romanisti“, ha precisato strizzando virtualmente l’occhio a una platea che nemmeno a dirlo già lo adora. “Io non sono nessuno, sono uno in più. Insieme al club e ai tanti tifosi nel mondo sono solo uno in più. Se vogliamo parlare della Juve di Allegri, della Lazio di Sarri e del Napoli di Spalletti possiamo farlo. Ma non mi piace parlare di Roma di Mourinho“. D’altra parte l’intento dichiarato dalla società prima e Maurizio Costanzo poi è quello di ricostruire: “il clima di amore con i tifosi, di raccontare Roma“. Allora sembra che Mourinho sia entrato splendidamente nel mood; a vincere deve essere la coralità, la coesione delle idee e degli obiettivi.
José Mourinho: “Adesso sono l’allenatore della Roma e non voglio essere niente di più”
La domanda più insidiosa a cui José Mourinho ha dovuto rispondere durante la conferenza stampa è stata quella inerente al suo ritorno in Italia: ‘perché?’. Chi conosce lo Special One sa che non ha problemi ad affrontare domande spinose o situazioni scomode; tuttavia sa quando è il momento di esporsi e quand’è il momento di lasciare fuori il superfluo, il passato in questo caso, per non offendere nessuno. “Io sono l’allenatore della Roma e non voglio essere niente di più – ha spiegato – Qui c’è tanto da fare e mi devo concentrare su questo ruolo per 24 ore. Se come conseguenza di questo lavoro noi possiamo dare qualcosa in più al calcio italiano, sarebbe fantastico. Le situazioni si possono verificare e io per difendere i miei farò di tutto. Per cercare dei problemi, ovviamente no. Mi voglio divertire e penso che ci possiamo divertire tutti. Ho più esperienza e più maturità che mi mettono in una condizione più solida dal punto di vista emozionale, ma per difendere i miei giocatori farò di tutto“.
E a chi sostiene che Mourinho sia arrivato alla Roma in una fase down della sua carriera, l’allenatore ha risposto con una sferzata che i romanisti faranno propria: “Niente. I miei ultimi 3 club: scudetto col Chelsea, 3 coppe col Manchester United, una finale col Tottenham. Quello che per me è un disastro, magari qualcuno non lo ha mai fatto nella vita“.