Un “accordo molto importante, qualche mio collega ha detto ‘storico’” sul piano per la tassazione delle multinazionali con una tassa minima (15%) e una ripartizione degli utili nei paesi in cui questi giganti operano. E’ il ministro dell’EconomiaDaniele Franco, da padrone di casa del G20 delle Finanze in corso dall’8 luglio ad oggi a Venezia, ad annunciarlo in conferenza stampa. Gli fa eco, per la soddisfazione di un accordo trovato in Italia, Paolo Gentiloni, Commissario UE all’Economia, anche egli presente ai lavori insieme a tutti i ministri delle Finanze, i Governatori delle Banche centrali e i decisori economici strategici dei 20 paesi più sviluppati:

La chiosa arriva infine dalla perentoria dichiarazione ufficiale della segretaria di Stato Usa al Tesoro, Janet Yellen: “Gli incontri del G20 sono stati una conferma: il mondo è pronto a far finire la corsa al ribasso della tassazione delle grandi imprese, e c’è un grande consenso su come farlo, con una minimum tax globale almeno del 15%. Su questo, 131 nazioni, rappresentanti per più del 90% dell’economia globale, sono d’accordo. Il mondo ora deve muoversi velocemente per concludere l’accordo“.

Tre paesi Ocse contrari o da convincere

Ora c’è tempo fino ad ottobre per l’azione dei leader di Governo del G20 per convincere quei paesi che fino a ora hanno detto no all’accordo su una riforma della fiscalità internazionale nella direzione della minimum global tax, accordo tra i 20 paesi che “rappresentano oltre 90% del Pil mondiale” come ha sottolineato il ministro Franco e quindi capace di mettere “un po’ di pressione su tutti gli altri rispetto alla possibilità di unirsi allo sforzo collettivo“. Dei 7 Paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) sono in tre a non aver firmato l’intesa:  Ungheria, Estonia e Irlanda.

Andamento economico globale e cambiamento climatico

A fornire un quadro dell’andamento e dello stato dell’economia mondiale è lo stesso titolare di XX Settembre Daniele Franco: “Dall’ultima riunione di aprile di certo l’outlook economico è migliorato, soprattutto in alcuni Paesi sviluppati. Questo è legato ai progressi nella vaccinazione e al supporto alle politiche. In questo momento c’è irregolarità dal punto di vista della distribuzione, ci sono alcuni Paesi più arretrati e c’è timore per le nuove varianti. Abbiamo però reiterato il nostro impegno per l’uso di tutti gli strumenti disponibili finché sarà necessario per supportare la ripresa“.

Il confronto tra esperti e decisori politici in ambito finanziario ha affrontato anche il tema del cambiamento climatico e come sia “cruciale avere dati trasparenti, affidabili e paragonabili sul tema del rischio climatico” – come ha il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco perché – “Abbiamo una ‘road map’ pluriennale sulla finanza sostenibile per affrontare il cambiamento climatico, ma anche oltre, se pensiamo alla sostenibilità delle nostre economie“. Il numero 1 di Bankitalia ha poi sottolineato quanto il nostro Paese e non solo abbiamo imparato dalla pandemia: “resteranno cicatrici che avranno un impatto sui consumi e sulle nostre abitudini … La vaccinazione è importante, ma la transizione lo è ancora di più, dobbiamo essere pronti a realizzare obiettivi per una normalità che non sarà la stessa“.