Un sorriso larghissimo resterà di questa finale, una grande finale giocata e persa solo perché dall’altra parte della rete del match c’era il numero 1 del mondo Novak Djokovic, al suo sesto Wimbledon.
“Ho provato sensazioni incredibili, troppe da poterle gestire tutte insieme e anche in questo Nole è più bravo di me, e sta scrivendo la storia di questo sport” – sorridente ed emozionato Matteo Berrettini dopo una battaglia lunga e complessa di cui lo stesso azzurro ha detto di essere soddisfatto: “sono contento della mia finale e spero non sia l’ultima. E’ stato un onore ed insieme una bellissima sensazione”. Alla fine ha concluso con uno sguardo proiettato al futuro: “questo è stato un lungo viaggio, non è una fine, ma un inizio di carriera. Continueremo a provarci“.
Domani Matteo eguaglierà il suo best ranking con la posizione n.8. Guardando alla race (la classifica effettiva dell’annata che non contempera i punti compensativi per i tornei non giocati in pandemia) che invece porta alle ATP Finals a Torino il romano è n.3 dietro sempre al ‘mostro’ Djokovic e a Stefanos Tsitsipas.
Un match molto combattuto in cui Berrettini con caparbietà non ha mai permesso al serbo di dilagare e nel primo set gli è riuscita anche la rimonta. Il punteggio finale dei quattro set è 6-7 6-4 6-4 6-3.
Primo set: L’italiano paga la tensione del debutto sul Centrale del campo più prestigioso del mondo. E’ la prima di servizio a latitare e così scivola sul 5-2 e si trova anche a salvare un set point. Qui la scossa e parte la rimonta che lo porta dritto al tie-break. Matteo conquista un mini break di vantaggio che porta in fondo e chiude con un ace 7 punti a 4.
Secondo set: Berrettini parte malissimo con un break al primo gioco a cui segue un 3 a 0 pesante con doppio break. Ne recupera uno nel secondo parziale, ma finisce 6-4.
Terzo set: Stesso copione del secondo con il break per Djokovic che arriva sul 2 a 1. Non c’è modo di recuperare, il serbo risponde su tutto. Stesso punteggio finale.
Quarto e decisivo set: Parte bene Berrettini che molla la tensione solo nel 7 gol con un doppio fallo sulla palla break. Nole gestisce e chiude set-partita e titolo 6 a 3.
Come sempre si comincia rendendo l’onore delle armi all’avversario: “E’ stata più di una battaglia, perché è stata una partita dura, ma sono sicuro che per Matteo non sarà l’ultima, perché ha un tennis incredibile, potente, un vero martello e i segni li porto sulla pelle”.
Il serbo con questa vittoria raggiunge Nadal e Federer a 20 Slam e racconta il suo rapporto con questo torneo magico: “vincere Wimbledon è sempre stato il mio più grande sogno fin da bambino … quando a casa in Serbia mi costruivo il mio trofeo di Wimbledon con materiali di fortuna”. E spiega la spinta che lo ha portato fino a questo punto: “Devo un grande tributo a Rafa e Roger; sono loro la ragione per cui io sono qui, mi hanno insegnato cosa dovevo fare per migliorare tatticamente, fisicamente; all’inizio perdevo tutte le partite, poi nel 2010-11 è cambiato finalmente qualcosa, è iniziato un incredibile viaggio che mi ha portato qui e che non si fermerà qui. Proverò a fare il Grand Slam, sono in forma, gioco bene“.
La risposta con congratulazioni di Roger Federer arriva subito via Twitter:
Sono 52 anni, era il 1969, che non viene compiuta l’impresa del Grand Slam compiuto nello stesso anno; il protagonista era l’australiano Rod Leaver: questa è l’impresa che Nole insegue, questo è il record che ha messo nel mirino.
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