La festa continua. Gli Azzurri – che non hanno chiuso occhio per quasi 48 ore – hanno letteralmente portato a casa la Coppa. Ieri, 12 luglio, sono atterrati a Roma, lasciandosi alle spalle Wembley, o meglio Londra. Perché quello che è accaduto in campo, nel tempio del calcio inglese, lo porteranno nel cuore, sempre. Una volta scesi dall’aereo hanno potuto saggiare la gioia di chi, a centinaia di chilometri di distanza, ha sofferto ed esultato con loro. “Siamo noi, i campioni dell’Europa siamo noi” hanno ascoltato e intonato a loro volta Mancini e i suoi ragazzi.

Questo ancora prima di ricevere gli encomi da parte delle istituzioni. Alle 17.00 hanno fatto tappa al Quirinale, dove sono stati accolti da un Mattarella entusiasta e orgoglioso: il Capo dello Stato non ha solo mostrato gratitudine, ma ha anche ribadito che è stata agguantata una vittoria non semplice e per questo ancora più meritata. Successivamente ha espresso un pensiero commosso a Davide Astori, poi ha rivolto un saluto speciale a Spinazzola: “Lei con le stampelle, è stato il primo a prendere la medaglia!“. Il Presidente della Repubblica si è anche congratulato con Matteo Berrettini, esaltando il risultato ottenuto a Wimbledon. A proposito di Berrettini: poteva mai immaginare che di lì a poco sarebbe salito sul carro dei vincitori e sarebbe stato acclamato dal popolo romano fino a tarda notte? Eppure è andata esattamente così.

Dopo aver salutato il Presidente Mattarella, gli Azzurri sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Anche in questa occasione, sono stati protagonisti di encomi e complimenti: “Lo sport è un ascensore sociale, è un argine al razzismo, è uno strumento di coesione soprattutto nei momenti difficili come quelli che abbiamo vissuto. E noi, come governo, abbiamo deciso di investire nello sport […] Ci avete fatto emozionare, commuovere, gioire, abbracciare. Io sono sempre stato orgoglioso di essere italiano. Quello di cui ci avete reso orgogliosi è di essere uniti in queste celebrazioni in nome dell’Italia”. Dopo aver sottolineato la grandezza dell’impresa della Nazionale e l’impegno profuso da Matteo Berrettini a Wimbledon, Draghi ha dato vita a un simpatico siparietto: “Siete entrati nella storia con i vostri sprint e le vostre parate – il Premier ha cercato lo sguardo di Donnarumma – ‘ndo stai? E che parate…“.

Terminate le celebrazioni ufficiali si è dato il via alla festa. Ad attendere gli Azzurri a largo Chigi un tappeto umano. Letteralmente un bagno di folla. I tifosi hanno scortato il pullman azzurro per le strade di Roma. Per ore i giocatori della Nazionale e Roberto Mancini hanno condiviso con le centinaia di tifosi accorsi il trofeo e la gioia di aver portato a casa un simile risultato.

La festa azzurra: il percorso del carro dei vincitori

Con un Leonardo Bonucci scatenato al megafono e un Daniele De Rossi emozionato nel sentire ancora forte l’amore dei suoi tifosi, Il pullman azzurro, ospitante Matteo Berrettini – che ha potuto godersi la festa da una posizione privilegiata – ha attraversato: via del Corso a Piazza Venezia, poi Via Quattro Novembre, largo Magnanapoli, Via del Tritone, Piazza Barberini, Via Veneto, Piazza Brasile e Via Pinciana, prima del rientro all’Hotel Parco dei Principi. Mancini e i suoi ragazzi hanno intonato insieme ai tifosi l’inno di Mameli, poi Un’estate italiana (Notti Magiche), Seven Nation Army, ancora l’inno e un’ultima volta, ma in albergo, per chiudere in bellezza, Un’estate italiana – nello spogliatoio colonna sonora di questo Europeocon Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

Difficile dimenticare anche anche l’euforia di Federico Bernardeschi che, senza pensarci su, ha agguantato lo striscione recitante “Come godo” per poi sfoggiarlo con orgoglio a favore di telecamera. Non è mancata l’imbeccata agli inglesi: durante i festeggiamenti è saltato fuori un fragoroso “it’s coming Rome“, forse non solo uno. Una festa travolgente ed emozionante. Ci voleva!