A 10 giorni esatti dal via dei Giochi della XXXII Olimpiade che si svolgeranno a Tokio – come noto con un anno di ritardo a causa della pandemia da Covid 19 – ho incontrato il dott. Angelo Cito, Presidente Federazione Italiana Taekwondo (FITA), che ci ha parlato della tensione, dell’onore e della responsabilità di atleti e dirigenti che in queste ore hanno lasciato il nostro Paese per rappresentarlo in Giappone.
Ma in esclusiva a VelvetMAG ha raccontato anche molto altro del movimento che guida – una realtà in forte ascesa in Italia per numeri e naturalmente spettacolare nelle sue esibizioni – di come gli atleti hanno vissuto questo spaventoso anno e mezzo che ha fermato prima e rallentato poi lo sport italiano, in vista poi di competere nei primi Giochi olimpici senza pubblico e con un protocollo rigidissimo che ci spiegherà. A noi non resta che garantire il nostro supporto agli atleti. I portacolori italiani del Taekwondo scenderanno sul tappeto primi, subito dopo la cerimonia inaugurale, il prossimo 24 luglio.
Intervista al Presidente FITA Angelo Cito
Presidente il Taekwondo è diventato Sport Olimpico ufficiale da Sydney 2000 ed è stato confermato nei 25 ‘core sport’ per Tokyo 2020. Mi presenta i suoi atleti impegnati in Giappone dal 23 luglio all’8 agosto?
A rappresentare l’Italia del Taekwondo saranno Vito Dell’Aquila (cat. -58 kg) e Alessio Simone (cat. -80 kg). Vito è il vincitore del Gran Prix Final e attualmente è il n. 2 nel Ranking Olimpico. Ha 20 anni e il suo curriculum, nonostante la giovane età, è già molto ricco. Simone, anche lui ventenne, è il Campione del Mondo in carica; è stato il primo Italiano a conquistare un titolo Mondiale nella categoria Seniores.
La sua disciplina ha conquistato medaglie Olimpiche importanti: Mauro Sarmiento, argento nella –80 kg a Pechino 2008; Carlo Molfetta, oro, e ancora Sarmiento bronzo a Londra 2012. Quali sono le nostre ambizioni per questa prossima edizione?
I Giochi Olimpici, da sempre, sono delle competizioni a sé, diverse da tutte le altre. L’Olimpiade è la gara per eccellenza, essa rappresenta per ogni atleta, la realizzazione del sogno più grande. I fattori che entrano in gioco durante questa gara sono moltissimi, saperli controllare e non farsi sopraffare dalla pressioni dovute la maestosità dell’evento Olimpico rappresenta la prima grande sfida da dover vincere per chi vi partecipa. Fatte le doverose premesse, dico solo che i nostri atleti sono giovani, ma assolutamente strutturati per farsi valere in ogni situazione. Poi come certamente saprà noi sportivi non siamo per niente scaramantici… ma mi fermerei qui 🙂
Che impatto ha avuto la pandemia sulla preparazione degli atleti in vista di Tokio?
Questa volta, a tutto quello che abbiamo detto sopra si aggiunge la situazione dovuta alla gestione del protocollo Covid 19. Ci sono delle misure davvero impressionanti e complesse da dover rispettare. Il Covid 19 oltre ad aver fatto slittare di un anno le olimpiadi, ha condizionato tutta la nostra preparazione e condizionerà lo svolgimento stesso dei Giochi; si svolgeranno infatti in un contesto surreale con misure di sicurezza veramente impressionanti. Disputeremo pertanto dei Giochi Olimpici in un contesto mai vissuto prima, ma proprio per questo assumeranno una valenza simbolica ancora più grande per tutta l’umanità.
Nel 2006 il Para Taekwondo ha iniziato a sviluppare la disciplina kyorugi (combattimento) che progressivamente si è evoluta ed è stato inserita nel programma dei Giochi Paralimpici a Tokyo. Chi sono i nostri atleti?
L’ inserimento del Taekwondo nel programma ufficiale dei Giochi Paralimpici è motivo di grande orgoglio per tutti noi, sarà la prima volta per il nostro Sport e l’Italia ci sarà! A conquistare la qualificazione è stato Antonino Bossolo e lo ha fatto posizionandosi al 4° posto del Ranking Mondiale. Sarà un’occasione straordinaria per poter far conoscere il Taekwondo. E sarà un’occasione soprattutto per avvicinare tante ragazze e ragazzi che pur dovendo convivere con delle disabilità potranno avvicinarsi al Taekwondo. Potranno aspirare anche loro a poter partecipare un giorno ai Giochi Paralimpici.
Ultima domanda sul tema olimpico: la consegna del Tricolore ad un mese esatto dall’inaugurazione dei Giochi è stato un momento molto emozionante a cui ha presenziato. Come l’hanno vissuta i suoi atleti e con loro tutta la dirigenza?
La consegna del Tricolore da parte del Presidente della Repubblica alla delegazione Italiana rappresenta l’inizio dell’avventura Olimpica, è il momento più alto che unisce sotto la nostra Bandiera tutta la delegazione e l’intero Paese, in quel preciso momento esiste una sola squadra, quella italiana, fatta da tanti Sport differenti: rappresenta il momento della responsabilità, si prende coscienza di rappresentare la Nazione e noi ne siamo tutti davvero orgogliosi e disposti a fare del nostro meglio per onorarla!
Mi fotografa lo stato di salute del Taekwondo in Italia? Numero di atleti che lo praticano e le loro caratteristiche, dove è maggiormente diffuso…
Il Taekwondo nel nostro paese è in grande ascesa, con le oltre 600 società e i 30.000 Atleti agonisti tesserati, la FITA è tra le prime federazioni sportive nazionali del CONI. Ma quello che più ci inorgoglisce sono i risultati sportivi che riusciamo a fare a livello internazionale. Sia a livello giovanile che professionistico che misura il nostro ottimo stato di salute. Nel 2019 siamo stati premiati, da parte di 214 Paesi, come la migliore Federazione Sportiva Nazionale al mondo. Questo per noi è una grande responsabilità e stimolo per migliorarci ancora.
Angelo Cito: «Il Taekwondo può essere praticato a qualsiasi età e ha un grande vantaggio, quello di essere uno sport multidisciplinare»
Il suo movimento nel complesso come ha vissuto questi due spaventosi anni per tutto lo sport mondiale?
Quando tutto è iniziato eravamo a pochi giorni dall’ultima gara valida per poter qualificare altri atleti ai Giochi Olimpici. Noi eravamo pronti, gli atleti erano pronti. Questa gara, per il continente Europeo si sarebbe dovuta svolgere proprio in Italia, a Milano. Sarebbe stato un grande evento in collaborazione col comune di Milano e la regione Lombardia. Era un’organizzazione che ci aveva visti impegnati per oltre 2 anni. Quando è successo tutto quello che sappiamo, tutta l’attività annullata, le associazioni sportive chiuse e le olimpiadi rimandate, ci è cascato il mondo addosso. Vedere l’immane tragedia che molte famiglia stavano vivendo, con migliaia di morti è stato terribile e sopportare tutto questo soprattutto dal punto di vista psicologico non è stato semplice, specialmente per gli Atleti.
Prima della Pandemia qui a Roma, nella splendida cornice di Piazza di Spagna, ho avuto modo di assistere ad un’esibizione spettacolare, il Roma Gran Prix di Taekwondo. Come mai avete deciso questo genere di iniziativa, che poi avete anche replicato in altre città italiane?
L’evento di piazza di Spagna e stato replicato anche a Torino, Milano, Matera, Lecce e in Piazza San Pietro D’avanti a Papa Francesco, con la Squadra Dimostrativa della THF (Taekwondo Humanitarian Foundation) è stato realizzato come progetto per promuovere i valori di solidarietà e integrazione in occasione del Grand Prix di Roma che è il maggior evento agonistico che si svolge nel nostro Paese nella splendida cornice del Foro Italico. Il Grand Prix è uno dei quattro massimi tornei a livello Mondiale valido a qualificare ai Giochi Olimpici, dove si confrontano i migliori atleti del Ranking Mondiale.
Ma, ritornando all’esibizione della squadra che lei ha visto, lo scopo principale è quello di aiutare, tramite il Taekwondo, tutti quei bambini che vivono situazioni disagiate nelle più tribolate aree del mondo e noi con la fondazione li sosteniamo e permettiamo loro di fare sport. Da pochi mesi abbiamo costituito anche In Italia una sede delle Fondazione e ne sono davvero felice. Lo sport non è solo agonismo, ma è anche solidarietà e integrazione.
La parola Taekwondo viene dal coreano e mi corregga se sbaglio “tae” significa “colpire col piede”, kwon “pugno” e do “arte”. Per chi è consigliata questa disciplina? A che età si può iniziare?
Il Taekwondo può essere praticato a qualsiasi età e ha un grande vantaggio, quello di essere uno sport multidisciplinare che oltre a comprendere la parte prettamente agonistica del combattimento, comprende anche quella prettamente tecnica e quella formativa con programmi differenziati a secondo dell’età e delle esigenze delle persone. E’ uno sport per tutti e ed lo praticano in ugual percentuale uomini e donne.
Le arti marziali hanno un portato filosofico aggiuntivo rispetto a tutti gli sport. Cosa lasciano a chi li ha praticati?
Spesso si tende a racchiudere nel termine di Arte Marziale le più svariate discipline, spesso con origini e scopi differenti. Questo sarebbe un discorso molto bello e interessante da approfondire con voi, ma posso qui sintetizzare dicendo che lo scopo delle Arti Marziali orientali è quello di usare il corpo per controllare la mente e viceversa, senza possibilità di scindere le due cose. Solo così si raggiunge il giusto equilibrio e questa ricerca durerà tutta la vita per chi pratica queste discipline; una persona che si avvicina al Taekwondo comprende subito che ha a che fare con qualcosa di diverso e unico.
Con l’ultima domanda torniamo ai prossimi Giochi: quando partite per Tokio e quando sarete impegnati?
Noi ai Giochi Olimpici gareggeremo dal 24 al 27 luglio, ma la partenza è fissata per il 12 luglio con una tappa per la Corea per assorbire il fuso orario considerando che a Tokyo saremo autorizzati ad entrare solo dal 19 luglio a causa delle restrizioni dovute al Covid 19.