“Scegliete un solo maestro. La Natura.” E’ Rembrant a parlare pittore olandese dal nome complicatissimo, Harmenszoon van Rijn, vissuto dal 1606 al 1669 e nato proprio oggi 15 giungo a Leida. Ottavo dei nove figli di un mugnaio di umili origini – tematica che ha sempre trovato posto nella sua produzione pittorica – ma che può iscrivere il giovane rampollo all’Università della città natale. A Rembrandt non piace e decide di provare l’apprendistato presso la bottega di Jacob van Swanenburch, per poi trasferirsi ad Amsterdam da Pieter Lastman.
Dal successo pittorico al dissesto economico
Come artista indipendente predilige i soggetti biblici, religiosi e mitologici, ma ben presto arrivano anche molte commissioni per ritratti, genere in cui eccelle grazie al potente chiaroscuro, e alla capacità di cogliere la drammaticità. La ritroveremo anche nelle scene corali e nei soggetti storici. Il successo degli anni ’30 del Seicento, quando diviene membro della Gilda di San Luca, va di pari passi con le infelicità private: nel 1634 sposa Saskia van Uylenburgh, da cui ha un figlio, Titus, nel 1641, ma l’anno successivo la giovane moglie muore di tubercolosi. Inizia in contemporanea il dissesto finanziario fino alla bancarotta dichiarata nel 1656. Ebbe poi vedovo, una figlia, Cornelia, da una relazione con la domestica, Hendrickje Stoffels. Scompare nel 1664 anche la seconda compagna della sua vita, di peste, stessa malattia di cui morirà anche il figlio nel 1668, un anno prima della sua scomparsa.
La poetica e i soggetti di Rembrant
Tra i più importanti artisti del periodo d’oro dell’arte olandese, acquisisce notorietà in tutto il continente per il contrasto tra luci ed ombre di chiara ispirazione caravaggesca. Come per i ritratti capaci di cogliere il tratto distintivo della personalità del soggetto, spessissimo definito come una persona comune e non come personaggio ideale (anche questo tratto in comune con il maestro Merisi). Discorso a parte meritano gli autoritratti – circa 80 tra pitture e incisioni – realizzati attraverso il sapiente utilizzo di alcuni specchi: ci hanno lasciato la cronistoria del suo volto, come accaduto con altri artisti più vicini nel tempo come Durer o lontanissimi come van Gogh.
“La ronda di notte”: il capolavoro pittorico
Dal 1640 al 1642 realizza il dipinto che gli ha reso la celebrità pittorica: La ronda di notte, un ritratto di gruppo di una delle milizie volontarie che difendevano la città di Amsterdam.
La tela ha una storia di peripezie e di squarci veri e propri: nel XVIII secolo viene ridotta nelle dimensioni per essere collocata nel municipio di Amsterdam e durante l’assedio del secondo conflitto mondiale nascosta in un castello nella campagna olandese, in un bunker segreto e in rifugio antiaereo. Prima nel 1915 un uomo affetto da disturbi mentali la graffia, poi nel 1975 ben 13 squarci di coltello inferti da un folle. Infine nel 1990 viene deturpata da un liquido corrosivo.
Gli altri due dipinti più importanti del pittore sono: Autoritratto con berretto e bocca aperta (incisione del 1630 Rijksmuseum, Amsterdam) e la Lezione di anatomia del dottor Tulp (1632, Mauritshuis, L’Aia)
Il maestro della “pittura di tenebra” in mostra a Bergamo
Rembrandt in una storia meravigliosa è un progetto espositivo ospitato dallo scorso 9 luglio dall’Accademia Carrara di Bergamo. Incentrato sul prestito dal Rijksmuseum di Amsterdam di Autoritratto giovanile (1628 circa), permette di rivalutare e rileggere le opere della collezione Carrara, in chiave internazionale. L’esposizione nelle sale della pinacoteca bergamasca si concluderà l 17 ottobre prossimo.