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Contagi Covid: allarme per la crescita dell’indice Rt, ipotesi Green Pass “alla francese”

I dati sull'andamento dei nuovi casi non sono positivi. Per questo non si esclude un uso esteso del certificato verde, anche per bar, ristoranti e trasporti pubblici

Brusco balzo in avanti dell’indice Rt dei contagi da Coronavirus. È una vera e propria impennata quella che si registra in Italia, stando al monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss). L’indice di trasmissibilità del virus è infatti passato dal valore di 0,66 all’attuale 0,91, molto vicino alla soglia critica, costituita dal valore 1. In rialzo anche l’incidenza dei nuovi casi che si attesta a 19 su 100mila abitanti (la soglia critica è di 50).

Terapie e Regioni a rischio

In compenso nessuna Regione e Provincia Autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica. In particolare, il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è al 2%, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 187 (6 luglio) a 157 (13 luglio). Complessivamente sono 19 le Regioni e Province autonome classificate a rischio moderato e due – Trento e Valle D’Aosta – a rischio basso. Appena 15 giorni fa tutte le Regioni erano classificate a rischio basso, mentre dalla scorsa settimana si è cominciato a evidenziare un aumento dei casi in 11 Regioni.

Green Pass, modello italiano

A causa della crescita dei casi di Covid, e dopo la mossa di Macron in Francia, nel nostro Paese prende corpo ogni giorno di più il dibattito sull’utilizzo del Green Pass. L’obiettivo è di frenare la diffusione delle varianti, in particolare la Delta. La discussione è arrivata anche sul tavolo del Governo che, con il Cts – il Comitato tecnico scientifico – ha avviato una fase di studio. La riunione della cabina di regia è prevista a giorni e una decisione potrebbe arrivare agli inizi della prossima settimana. La direzione sembra essere quella di un green pass all’italiana, quindi limitato solo ad alcune situazioni. Ma un ‘pesante’ sì all’ipotesi di adottare anche in Italia il modello esteso del certificato verde, come in Francia, è arrivato da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza. “È assolutamente giusto portare questo modello in Italia – sostiene Ricciardi – Bisogna fronteggiare questa quarta ondata di Coronavirus. È minacciosa perché la variante Delta è contagiosissima e quindi c’è la necessità di prendere le misure più adeguate“.

Il 46% è immunizzato

L’Italia ha intanto superato la soglia dei 25 milioni di immunizzati dal Sars-CoV-2. Significa che oltre il 46% della popolazione sopra i 12 anni ha completato il ciclo vaccinale. Ed è anche per dare ulteriore impulso alla campagna – specie tra i giovani e gli over 60 – che si fa strada l’ipotesi di un green pass allargato sul modello francese. In pratica, un uso del certificato di avvenuta vaccinazione non solo per viaggi all’estero o per concerti e spettacoli. Ma anche soltanto per entrare al bar e al ristorante o salire su un treno. Nel frattempo si intensificano i controlli per chi arriva nel nostro Paese da zone a rischio contagi come Malta. La Sicilia ha stabilito il tampone obbligatorio per chi proviene dalla Valletta. Il tutto anche alla luce dei 9 positivi trovati su un aereo proveniente proprio da Malta e atterrato a Pescara nei giorni scorsi. In quel caso è scattata la quarantena per tutti e 70 i passeggeri del volo, compresi coloro che possedevano il Green Pass.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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