Libero De Rienzo, tra Pupi Avati e Sydney Sibilia: chi era l’interprete napoletano
Vincitore di un David di Donatello alla prima candidatura, ci ha lasciati oggi 16 luglio all'età di 44 anni
Il mondo del cinema italiano piange la scomparsa di Libero De Rienzo. Napoletano di nascita, romano d’adozione, l’interprete aveva 44 anni. La scelta della recitazione arriva da giovanissimo, anche grazie alla figura del padre, Fiore De Rienzo, aiuto regista di Citto Maselli. Ed è stato grazie a lui, dunque, che il giovane Libero ha sviluppato la sua passione per la settima arte. Interprete apprezzato e stimato dai colleghi, ha trascorso oltre metà della sua vita sul grande schermo, dividendo il set con nomi del calibro di Micaela Ramazzotti, Francesco Pannofino, Matilda De Angelis, Jasmine Trinca ed Edoardo Leo (per citarne solo alcuni).
“Libero sei nato… Libero te ne sei andato”
Un giorno triste per lo spettacolo italiano. Con queste parole, sul proprio profilo Instagram, Laura Chiatti ha reso omaggio al collega e amico Libero De Rienzo, scomparso nella notte tra il 15 e il 16 luglio. La voce dell’attrice di Castiglione del Lago è solo una delle tante che, nelle ultime ore, si sono unite al coro alzatosi per celebrare l’interprete napoletano. Apprezzato per le sue doti innate, De Rienzo ha debuttato sul grande schermo, diretto da Antonello Grimaldi in Asini, nel 1999. Quello stesso anno, approdò al cinema La via degli angeli, per la regia di Pupi Avati. Insomma, all’età di 22 anni l’interprete napoletano si era ritrovato da poco più che sconosciuto a lavorare per due delle voci autoriali più rinomate del cinema nostrano. La fine degli Anni Novanta segnò per Libero De Rienzo l’inizio di una straordinaria carriera.
Dopo A mia sorella! diretto dalla regista francese Catherine Breillat nel 2001, nel medesimo anno arrivò Santa Maradona (per la regia di Marco Ponti). Debutto al lungometraggio per Ponti, il film vide De Rienzo affiancare il protagonista Stefano Accorsi, nel ruolo del suo amico Bartolomeo “Bart” Vanzetti. Nelle vesti di un nichilista e al contempo ottimista, in cerca di espedienti e di quel “goal di mano” – Maradona in una celebre partita con l’Inghilterra insegna – per svoltare nella propria vita, emersero le sue qualità. Grazie a “Bart”, infatti, Libero De Rienzo ottenne la prima candidatura al David di Donatello nel 2002, come Miglior Attore Non Protagonista, riuscendo a trionfare. Alcuni anni dopo, nel 2004, Marco Ponti e De Rienzo si sono riuniti, nelle rispettive vesti di regista e attore, dando luogo a A/R Andata + Ritorno. La pellicola vede coinvolta, tra gli altri, anche Vanessa Incontrada. Al contempo, l’interprete ha prestato il suo volto anche al piccolo schermo.
Libero De Rienzo, tra cinema e televisione: una carriera di successi
Oltre al successo al cinema, infatti, Libero De Rienzo riscuote apprezzamenti anche per le sue interpretazioni in televisione. I Duemila sono gli anni, infatti, in cui l’attore napoletano prende parte a La mia casa in Umbria, co-produzione italiana, statunitense e inglese trasmessa su HBO e, in Italia, prima da Sky Cinema e poi da Rai Uno. Il progetto lo vede dividere il set con Maggie Smith, storica interprete due volte Premio Oscar (indimenticata professoressa McGranitt in Harry Potter). Nel 2007, inoltre prende parte al film televisivo Nassiryia – Per non dimenticare e, l’anno seguente, è tra i protagonisti della miniserie Aldo Moro – Il presidente, nei panni dell’ex brigatista Valerio Morucci.
Nella sua carriera ha mostrato di sapersi alternare sapientemente tra grande e piccolo schermo, così come tra dramma e commedia. Nel 2010, grazie alla sua interpretazione in Fortapàsc, diretto da Marco Risi, ha ricevuto la sua seconda candidatura al David di Donatello, prima – e unica – come Miglior Attore Protagonista. Nel 2013, invece, è stato diretto da Valeria Golino nell’apprezzato Miele. Ma è stato l’anno seguente, nel primo progetto che l’ha legato al regista Sydney Sybilia, a conquistare nuovamente la critica. Il 2014 ha segnato, infatti, l’arrivo in sala di Smetto quando voglio. Primo capitolo di una trilogia di successo, diretta sempre da Sibilia, ha consegnato De Rienzo la sua ultima candidatura dal David. Un riconoscimento che, ancora una volta, ha dimostrato il valore inestimabile che l’interprete napoletano ha lasciato al cinema italiano. E l’affetto mostrato dai propri colleghi ne è forse una delle prove più tangibili.
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