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Recovery, Bankitalia: “Il Pil 2021 a +5,1%, determinante il PNRR”

Dalla seconda metà del prossimo anno i livelli dell'economia italiana potrebbero ritornare ai valori precedenti alla pandemia da Covid 19

Con l’avvicinarsi della prima tranche da 25 miliardi di euro del piano Next Generation Eu, l’economia italiana comincia a tirare il fiato. E adesso la Banca d’Italia ritocca nuovamente al rialzo le stime del Prodotto interno lordo (Pil) nazionale per il 2021. Secondo il Bollettino economico diffuso oggi 16 luglio, la ricchezza complessiva che avremo prodotto quest’anno sarà alla fine cresciuta del +5,1% contro il +4,9% o +5% previsto a giugno scorso. Totalizzerà, insomma, qualcosa in più del previsto. Anche rispetto all’incremento che lo stesso governatore Ignazio Visco (nella foto), aveva indicato due settimane fa su valori leggermente più bassi.

Le proiezioni sui prossimi anni

Tuttavia, considerato che siamo già oltre la metà dell’anno in corso, c’è da chiedersi cosa accadrà dal 2022. Su questo punto la banca centrale italiana non si tira indietro. E stima una crescita a ritmi del +4,4% l’anno prossimo e del +2,3% nel 2023. Queste proiezioni positive sul Pil, fa però sapere Palazzo Koch, dipendono dal miglioramento della situazione sanitaria nazionale e globale, così come da un deciso sostegno alla politica di bilancio. E anche da favorevoli condizioni monetarie e finanziarie. In buona sostanza, l’economia italiana dovrebbe accelerare “in misura significativa a partire dal terzo trimestre” del 2021, per tornare a livelli “pre-pandemia nella “seconda metà del 2022“. “Questo quadro è fortemente dipendente dall’efficacia delle misure di sostegno e rilancio – si sottolinea nel bollettino di Bankitalia – che innalzerebbero il livello del Pil di circa 4 punti percentuali cumulati nel triennio di previsione. Circa la metà di tale effetto è attribuibile agli interventi del PNRR“.

Le caratteristiche della ripresa

Stando all’analisi di Palazzo Koch, la ripresa sarebbe caratterizzata da un forte contributo degli investimenti. Sul 2021 gli investimenti aumenterebbero del 15,2%, dell’8,7% nel 2022 e del 5% nel 2023. Al termine di questo triennio il rapporto tra investimenti e Pil si riporterebbe vicino ai livelli precedenti la crisi finanziaria del 2008-09. Qualcosa che, appunto, non è più accaduta da oltre un decennio. L’intervento pubblico, spinto dal volano degli investimenti previsti nel PNRR, è destinato a giocare un ruolo fondamentale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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