I primi 25 miliardi di finanziamenti del piano europeo Next Generation Eu stanno per essere messi a disposizione dell’Italia. E questa è la prima faccia della medaglia. L’altra è che bisogna fare le riforme che Bruxelles chiede, ed è tutt’altro che scontato. Lo dimostra il cammino parlamentare, già accidentato, della riforma della Giustizia che porta il nome della Guardasigilli Marta Cartabia (nella foto sotto).

L’improcedibilità

Il 50 % dei processi“, ha dichiarato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri (nella foto in alto), davanti alla Commissione Giustizia della Camera, finiranno sotto la scure della improcedibilità con la riforma della prescrizione. “E temo che i 7 maxi processi” contro la ‘ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro “saranno dichiarati tutti improcedibili in appello“. Per Gratteri siamo di fronte a “un grande allarme sociale che riguarda la sicurezza“.

La prescrizione

Il problema non riguarda solo i processi di mafia, ma anche i reati contro la pubblica amministrazione. “In termini concreti – ha spiegato Nicola Gratteri – le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere“. In base alla riforma Cartabia, le nuove norme sulla prescrizione prevedono che scatti la tagliola dell’improcedibilità se il processo di appello, e quello in Cassazione, non terminano rispettivamente entro due anni e un anno.

M5S: “Riforma da cambiare”

I deputati del Movimento Cinque Stelle sono sul piede di guerra. “L’audizione oggi in commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri – hanno affermato – è stata drammaticamente chiara. La riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata“. “Tra tutte le critiche espresse dal procuratore – hanno aggiunto – quelle che più preoccupano sono relative alle conseguenze concrete. Ovvero ‘convenienza a delinquere’ e ‘diminuzione del livello di sicurezza per la nazione’“.

Cartabia: “Occasione unica”

Le forze politiche spingono in direzioni diametralmente opposte – è il commento della ministra Marta Cartabia ma questa riforma deve essere fatta perché lo status quo non può rimanere tale“. “So molto bene che i termini che sono stati indicati sono esigenti per queste realtà – ha aggiunto la Guardasigilliperché partiamo da un ritardo enorme. Ma non sono termini inventati. Sono quelli che il nostro ordinamento e l’Europa definisce come termini della ragionevole durata del processo, che è un principio costituzionale”. “Io credo che siamo di fronte a un’occasione unica, non perdiamo il treno del Recovery che sta passando. Mai come in questo momento sono state mobilitate tante risorse che possono far fronte ai problemi“.

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia