Lo show di Celentano e Carrà che ha riscritto il destino di Prisencolinensinainciusol
L'esibizione storica datata 1974 nel programma Milleluci condotto da Mina e Raffaella
“Ciao, sei più bionda del solito!” dice lui, con quella voce inconfondibile.
“Ah, te guardi al biondo dei miei capelli?”, ribatte lei, con quel modo unico di poggiare le mani sui fianchi.
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Finora, eccetto un messaggio di cordoglio ufficiale insieme alla moglie Claudia Mori, da parte di Adriano Celentano era calato uno strano e lungo silenzio, in risposta alla morte di Raffaella Carrà. Sarebbe bastato, ma per qualche motivo ci aspettavamo altro. E infatti oggi il Molleggiato ha pubblicato un video carosello dei momenti televisivi topici condivisi con lei. Pochi incontri: memorabili.
È stato l’unico a fare una carrambata alla regina delle sorprese, palesandosi sul palco del suo programma e lasciandola di stucco, emozionata, straordinariamente impacciata nel portare avanti la scaletta: “Mai sei davvero tu?”, ripeteva toccandolo e abbracciandolo. Era davvero lui, in un omaggio improvvisato grazie all’aiuto della figlia Rosita e di Giovanni Benincasa, autore e storico collaboratore di Carrà.
L’esibizione di Prisencolinensinainciusol con la Carrà
10 minuti di video sull’account Instagram ufficiale di Celentano. Il primo incontro, la carrambata, e poi una delle chicche più riuscite e affascinanti della storia della televisione italiana: quella performance di Prisencolinensinainciusol andata in onda nel ’74. Un cammeo e poi uno show che hanno decretato il successo del pezzo. Pubblicato due anni prima, era stato praticamente un flop (incredibile a dirsi oggi). “Questa canzone è cantata in una lingua nuova che nessuno capirà”, aveva detto Celentano per lanciarla. E infatti nessuno l’aveva capita. Cantata in una sorta di grammelot, prima che venisse compreso quello di Dario Fo a teatro – figuriamoci quindi il tentativo di Celentano di insinuarlo nella canzone leggera italiana – Prisencolinensinainciusol uscì come un beffardo loop del nonsense. Un esercizio di fantasia nato quasi per caso, bighellonando durante la produzione di Disc Jockey, pezzo che invece è poi diventato solo il lato B del disco.
Ma Celentano il pezzo non voleva mollarlo, ci aveva visto lungo e sapeva che bisognava aspettare, riproporlo e, perché no, piazzarlo in bella vista nelle migliori vetrine televisive. Solo nel ’74 lo aveva portato due volte su Rai Uno. Prima nel programma condotto da Loretta Goggi e Alighiero Noschese, Formula Due. Poi da Mina e Carrà, in una puntata di Milleluci.
La performance sketch di Formula Due, che è comunque rimasta negli annali, è brillante perché Celentano riesce a fare Celentano (con l’altezzosità che ci piace), ma si prende anche poco sul serio. Si finge un insegnante che spiega ad una classe di alunni cosa mai significherà questo Prisencolinensinainciusol – ol rait!. Come a dire: va bene, non l’avete capita, non sapete neanche pronunciarla. Ripartiamo da capo, vi faccio pure lo spelling.
1974, Milleluci
Ma nell’esibizione a Milleluci succede qualcosa di grosso: Celentano e Carrà ballano la coreografia di Gino Landi e semplicemente spostano Prisencolinensinainciusol su un altro livello di linguaggio. Il pezzo entra nella sfera sensoriale del grande show, tutto funziona troppo bene. Raffaella stagliata in piedi, in mezzo al corpo di ballo, con una posizione regale mentre guarda in camera: “Ai ai smai senflecs, eni go for doing peso, ai”. La giacca aperta di Adriano che quasi fa concorrenza al décolleté di Raffaella. Il colpo di testa di Carrà che batte sempre il tempo, senza sosta, accompagnando l’ancheggiamento di Celentano. Che roba, quei due insieme: gli unici in grado di muovere le gambe così, lunghe, fasciate, scattanti, molleggianti. A due anni di distanza dal flop, dopo quell’esibizione il pezzo schizza in un attimo in hit parade: non era mai entrato neanche in classifica.