Musica

Mannarino torna con ‘V’, un album politico e visionario

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Sono passati due anni dal concerto al Museo D’Orsay di Parigi, dove Mannarino è stato il primo artista italiano ad essersi mai esibito durante la rassegna Curieuses Nocturnes. Ci aveva lasciati così, con un bellissimo sipario calato sul gennaio 2020, ma adesso ha annunciato il suo ritorno con un disco dal titolo V.

La realizzazione internazionale del nuovo album

V come: “Venere Voce Vita Ventre Valore Volume Veleno Violenza Villaggio Vertebre Vagina Vulcano Vagabonda Vento Vene Vegetazione Vanità Verbo Verità”. Così Mannarino annuncia il suo nuovo album, il quinto in studio (Polydor/Universal Music Italia) in uscita il 17 settembre.
V arriverà su tutte le piattaforme, ma anche in versione cd e doppio vinile, prodotto dallo stesso Mannarino e registrato tra New York, Los Angeles, Città del Messico, Rio De Janeiro, l’Amazzonia e l’Italia.

Nella realizzazione di alcune tracce dell’album, Mannarino ha lavorato con Joey Waronker (collaboratore di R.E.M., Leonard Cohen, M83, Thom Yorke e Paul McCartney, giusto per farsi un’idea) e Camilo Lara (dj e produttore, ideatore del Mexican Institute of Sound). E ancora Tony Canto (autore anche di musiche per il cinema insieme e collaboratore di Paolo Buonvino) e Iacopo Brail Sinigaglia (compositore e ingegnere del suono).

La cover e la politica visionaria di Mannarino

Con un’atmosfera ricercata già nella cover dell’album, dove è raffigurata una donna guerriera, simbolo di resistenza indigena e di azione in divenire (la donna è infatti ritratta nell’atto di calarsi un passamontagna sul viso, o forse se lo sta sfilando), Mannarino chiama all’appello la saggezza ancestrale degli esseri umani. E quando si tratta di lui, mai si tratta di retorica: V promette d’essere un album intriso di suoni di foresta e voci indigene registrate in Amazzonia (una delle tappe nel percorso di realizzazione del disco).

Tra i temi affrontati nell’album, che uscirà il 17 settembre, ricorrono la natura, il patriarcato, la femminilità, il rapporto tra uomo e donna e la brutalità del disumano: leitmotiv cari a Mannarino, che in V potrebbero trovare un’espressione ancora più politica e visionaria.

Chiara Del Zanno

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