Storie e Personaggi

L’illusione dei Social Network

La realtà e le community virtuali ci illudono di vivere vere relazioni

Oggi i social network sono parte integrante della nostra vita, condividere quello che ci accade ogni giorno sui propri account è diventata un’attività essenziale, quasi un istinto naturale come bere e mangiare. Forse non è un caso che molti post riguardino anche queste due attività “essenziali” per vivere. Un bel tramonto o una bella serata tra amici si ha quasi la sensazione di non averli davvero vissuti, se non sono stati condivisi online. E infatti Condividiamo tutto: il pasto che si sta per mangiare, un viaggio, una cena. Ogni momento è buono per tenere gli altri aggiornati su quello che stiamo facendo o su come ci sentiamo, quasi che senza un aggiornamento continuo si corra il rischio di diventare obsoleti.

Gli altri hanno iniziato ad assumere nella nostra vita le sembianze di un sorta di pubblico immaginario che ci acclama a suon di like e ci gratifica, e che aspetta trepidante la nostra prossima foto. Siamo i protagonisti della scena e l’obbiettivo è conquistare quanti più follower possibile perché più sono e più la nostra autostima sale e ci sentiamo “gettonati” e apprezzati.

Social Network: chi sono davvero gli altri

Il problema è che la maggior parte delle volte questi altri così fondamentali per noi in realtà, non li conosciamo davvero. Pochissime sono persone che veramente reputiamo amiche, che chiamiamo o ci chiamano per prendere un drink al bar o uscire. Il pubblico è formato da contatti surrogati. Una folla di gente che sembra far parte della nostra vita perché li vediamo in foto tutti i giorni; interagiamo con like e commenti di frequente, ma in realtà li conosciamo appena e loro altrettanto. Spesso è solo la versione sorridente e migliore di noi che va in scena: posti da set, vita quasi da VIP, divertimento, senza approfondire quanto corrisponda al vero e cosa provino le persone ritratte nei post. 

Le nuove generazioni sembrano essere quelle che soffrono di più questo tentativo di semplificazione della realtà inscenato dai social, dove la felicità sembra a portata di mano ed è sempre obbligatoria: guai a mostrare la parte più fragile di te! L’amore è fotografato e rappresentato come in una favola con ogni attimo che si mostra sempre come perfetto e grandioso. I social appaiono una delle più grande finzioni di questo secolo, crediamo di avere contatti e invece sono solo profili. Crediamo di vedere la vita delle persone invece ne vediamo solo la parte più superficiale, crediamo di essere apprezzati attraverso il numero di like e followers, mentre in realtà è solo un click e visualizzazioni.

Le statistiche parlano chiaramente di persone che si sentono sempre più sole. Siamo sempre più chiusi nel nostro piccolo mondo virtuale e stiamo perdendo di vista la realtà, quella fatta di persone in carne e ossa, da cui forse i social ci aiutano a sfuggire, perché le persone vanno cercate e capite, le amicizie vanno coltivate, gli amori vanno “rischiati”. I momenti di silenzio e di attesa, che sono una parte essenziale della vita di relazione spesso sui social si riducono a piatte cartoline, viste da un cellulare. Le domande sono semplici, ma possono essere deflagranti: quanto è vero quello che lo schermo ci mostra davvero del mondo che abbiamo davanti? Quanto influisce sulla nostra vita emotiva di quello che stiamo disimparando a conoscere? Quanto stiamo perdendo della la sostanza della vita solo per la semplice apparenza?

 

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti

Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film.
Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci.

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