“Per me questo lavoro è un gioco, un divertimento. L’attore non deve imitare nessuno ma cercare di capire come raccontare se stesso, prima ancora del personaggio.” – e di personaggi Giancarlo Giannini ne ha interpretati un vasto campionario, nel corso di decenni di carriera. Dall’operaio al boss, da volto della commedia all’italiana – quella fatta dai grandi nomi del calibro di Monica Vitti, Mariangela Melato, Marcello Mastroianni, per citarne alcuni – ai blockbuster internazionali, come la saga cinematografica di James Bond. Ha saputo coniugare la tradizione italiana, muovendosi con dimestichezza tra i diversi dialetti, con una recitazione che ha strizzato l’occhio ad Hollywood. Quando si parla di versatilità, dunque, non si può non citare il nome di Giancarlo Giannini, che oggi 1° agosto festeggia 79 anni.
“Tutti in realtà siamo attori anche nella vita e tutti possiamo farlo“
Annoverato come uno de più grandi attori e doppiatori italiani, Giancarlo Giannini è nato a a La Spezia il giorno 1 agosto 1942. Dopo essersi diplomato a Napoli, come perito elettronico, viene ben presto folgorato da quella che diventa, a pieno titolo, la sua vocazione: la recitazione. Ha studiato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, debuttando in seguito a teatro. Il 1960 ha costituito per Giannini l’incontro importante con Franco Zeffirelli, che lo ha diretto nello spettacolo teatrale Romeo e Giuletta.
Il suo debutto sul grande schermo è datato 1965 in Libido e Fango sulla metropoli. A contribuire al suo grande successo è stata l’interpretazione di David Copperfield in televisione, diretto da Anton Giulio Majano. Sul grande schermo, l’anno seguente, avviene il vero incontro che ha cambiato per sempre la sua vita: quello con Lina Wertmuller. Il 1966 ha infatti inaugurato il sodalizio artistico tra le due personalità del cinema nostrano, grazie a Rita la zanzara e, l’anno successivo, Non stuzzicate la zanzara, con le quali ha collaborato insieme a Rita Pavone. A partire dagli anni Settanta, tuttavia, la carriera di Giancarlo Giannini ha assistito alla svolta effettiva, quella che ha reso il suo nome indelebile all’interno del cinema.
Il suo talento diventa di appannaggio collettivo, arrivando ad una platea sempre più ampia. Nonostante il successo conseguito, tuttavia, Giancarlo Giannini si dimostra grande umiltà, che è stata da sempre il suo punto di forza. “Tutti in realtà siamo attori anche nella vita e tutti possiamo farlo, infatti siamo in tanti.” – ha ammesso l’interprete, proseguendo – “Ma se provi a contarli nel mondo, quelli bravi sono sulle dita di una mano“. E sì, Giannini rientra a pieno titolo in questa cerchia ristretta.
Giancarlo Giannini e il sodalizio artistico con Lina Wertmuller
“Lina Wertmuller? Mi ha creato. Se non ci fosse stata lei, io non sarei qui e non avrei mai fatto quello che ho fatto nella mia carriera. […] Per me è stata tutto“. – dopo che la celebre regista è stata insignita del Premio Oscar Onorario nell’edizione 2020, Giancarlo Giannini ha così commentato la notizia. Tra loro, nel corso dei decenni, si è instaurato un legame di profonda stima, che li ha portati a collaborare in diverse occasioni. Da Mimì Metallurgico ferito nell’onore (1972) a Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…”, fino a Travolti dal destino nell’azzurro mare d’agosto.
In coppia con Mariangela Melato, Giannini ha ricoperto il ruolo di un comunista dal carattere rude, al servizio di una ricca industriale (Melato), a bordo di una yacht. Dopo essersi ritrovati da soli a bordo di un gommone, i due sono approdati su un’isola deserta. Il tempo trascorso nella rispettiva compagnia li ha fatti avvicinare ma, una volta che i soccorsi li hanno trovati, l’appartenenza alle rispettive classi sociali ha prevalso sul reciproco sentimento. In una commedia dai toni talvolta sopra le righe, Lina Wertmuller ha racchiuso sapientemente l’ideologia degli anni ’70, grazie anche all’alchimia dovuta alla coppia protagonista. Il talento dei due interpreti principali ha permesso di portare scorporare i cliché predominanti, grazie anche alla direzione della regista, che ha da sempre tirato fuori l’essenza verace di Giannini.
Il 1975, a tal proposito, è stato un anno importante che ha riconfermato il sodalizio artistico tra i due. Nelle sale cinematografiche ha fatto la sua comparsa Pasqualino Settebellezze, che ha visto Giancarlo Giannini nel ruolo di un guappo, una figura fortemente legata alla tradizione napoletana. La pellicola fu un successo, tanto da arrivare all’edizione dei Premi Oscar 1977.A Lina Wertmuller andò la nomination per la Miglior Regia – prima donna nella storia – e a Giannini quella come Miglior Attore Protagonista. Insomma, non si può pensare Giancarlo Giannini senza Lina Wertmuller. Ma, è altresì vero il contrario: anche la Wertmuller è imprescindibile dallo stesso interprete.