Vanessa Ferrari, Con te partirò
Un brano che anche stavolta lascia poco al caso, quello scelto da Vanessa Ferrari per l’esibizione nel corpo libero femminile. Con la medaglia d’argento olimpionica segna un record ancora più grande, quello di prima italiana a raggiungere questo traguardo. Sulle note di Con te partirò – Time to say goodbye, nella versione di Fabio Armiliato, la ginnasta ha chiuso i conti con il destino, riscattandosi da un percorso difficilissimo, culminato nella drammatica rottura del tendine, nel 2017. “Non sapevo se avrei ripreso la carriera, pensavo di dover smettere” ha ammesso, come riporta il Corriere. “Questo argento mi ripaga di tutto”.
Mentre conquista il secondo posto del podio, anche stavolta Ferrari dimostra di riservare un’attenzione particolare alla scelta delle musiche, elemento fondamentale ai fini dell’esibizione nel corpo libero. L’impatto è forte tanto sulle ginnaste, che si misurano con l’aspetto coreografico e armonioso della competizione, quanto sul ritmo interno ed emotivo della prova. Già in occasione degli Europei di ginnastica artistica di Basilea, Vanessa si era portata a casa un bronzo sulle note di Bella Ciao. Era il 25 aprile, e anche quel corpo libero era stato dedicato alla storia del nostro Paese. Fatta di resistenza e resilienza, proprio come l’avventura agonistica di Ferrari.
In occasione di Tokyo, però, la ginnasta ha rinunciato al canto della Liberazione (che peraltro aveva sollevato qualche polemica) privilegiando forse uno dei brani chiave di Andrea Bocelli, qui arrangiato dal tenore Fabio Armiliato, e vocalizzato a meraviglia per conformarsi al regolamento FIG (che non consente di utilizzare le parole nei brani dell’artistica). Gli auguri di Bocelli erano arrivati ancor prima della vittoria (lui che si era detto particolarmente vicino alla ginnasta “per tante ragioni”, sperava che anche a lei quel brano portasse la stessa fortuna che aveva rappresentato per la sua carriera). Nel ’95, infatti, quel pezzo segnò il successo del tenore, poi incalzato su scala mondiale dalla versione inglese con il soprano Sarah Brightman. E che dire: fa una certa emozione ritrovarla oggi, quasi trent’anni dopo, mentre accompagna il trionfo olimpionico di Vanessa Ferrari.