Sente battere le ali / Sente il freddo tutto intorno a sé / Vede luci di luce più abbagliante / Di quel sole esploso in un istante… Così cantano i Nomadi ne Il pilota di Hiroshima e in un certo senso è vero. Quel giorno, alle 8.15 del mattino, quando gli americani sganciarono la prima bomba atomica sulla città giapponese, fu come se il Sole stesso precipitasse sulla Terra. La superfortezza volante B-29 ‘Enola Gay’ scaricò su Hiroshima l’ordigno più diabolico che potesse esistere. In pochi secondi morirono oltre 100mila persone e tutto, nel raggio di alcuni chilometri, restò polverizzato. L’aviazione statunitense ripeté l’attacco tre giorni dopo, il 9 agosto, sulla cittadina di Nagasaki. Le vittime furono 35 mila vittime. Per gli effetti delle radiazioni nucleari nel corso del tempo le persone continuano a morire, ancora oggi.

Hiroshima, elenco infinito di nomi

Come ogni anno anche oggi 6 agosto, 76° anniversario, Hiroshima – nel mezzo dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid – ha commemorato il disastro. La cerimonia si è svolta nel memoriale della Pace, al centro della città. In una forma più limitata e con qualche polemica. Alle 8:15 il rintocco della campana ha scandito l’inizio del minuto di silenzio. Una lista coi nomi delle 328.929 vittime è stata esposta dentro il cenotafio. Vi sono comprese le persone decedute negli ultimi 12 mesi.

Cerimonia in formato ridotto

Per il secondo anno la pandemia di Covid ha complicato l’organizzazione dell’evento. Si è deciso di ridurre le presenze, compresa quella dei sopravvissuti al disastro, gli hibakusha, persone che hanno ormai un’età media vicina agli 84 anni. Il numero dei partecipanti è stato ‘solo’ di 880 persone circa, con rappresentanti di 86 diverse nazioni. La cerimonia, presidiata anche da un piccolo gruppo silenzioso di manifestanti anti governativi e contro il nucleare, è stata però attraversata da polemiche. Prima fra tutte quella generata dal rifiuto del presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, di far osservare un minuto di silenzio durante i Giochi olimpici per ricordare le vittime del bombardamento atomico.

“Usati per pubblicizzare i Giochi”

È deludente, anche se apprezziamo il fatto che il presidente Bach abbia visitato Hiroshima” prima dei Giochi, ha detto un funzionario della città. Bach si era recato a Hiroshima il 16 luglio per celebrare l’inizio della tradizionale “tregua olimpica“. Ha poi dichiarato che le Olimpiadi di Tokyo sarebbero state un “faro di speranza” per un futuro migliore e più pacifico, ma la sua visita ha suscitato critiche in Giappone. Una petizione su Internet, che ha raccolto più di 70mila firme, lo ha accusato di aver voluto utilizzare Hiroshima per “promuovere” le Olimpiadi di Tokyo. Il tutto mentre l’opinione pubblica giapponese era per lo più contraria al loro svolgimento a causa della pandemia.

Le scuse del Primo Ministro

La cerimonia è stata infine macchiata dalla gaffe del Primo Ministro giapponese Yoshihida Suga. Il capo del Governo ha infatti omesso di leggere diversi passi del discorso – anticipato ai media – tenuto davanti ai rappresentanti dei sopravvissuti al Memoriale della Pace. La televisione di Stato, seguita da milioni di giapponesi, ha dovuto interrompere la trasmissione dei sottotitoli. Alla fine Yoshihida Suga ha dovuto scusarsi. “Voglio cogliere l’occasione per scusarmi per aver saltato alcune parti del mio discorso alla cerimonia“, ha detto Suga in una conferenza stampa. Il premier ha inoltre ribadito che il governo non crede che le Olimpiadi di Tokyo stiano contribuendo al recente aumento delle infezioni da Covid-19. Ha quindi anticipato che si svolgeranno incontri con gli organizzatori dei Giochi in vista delle Paralimpiadi.

Non proliferazione nucleare

L’evolversi della pandemia non ha consentito un avanzamento dei negoziati sul disarmo e le trattative per la revisione del Trattato di non proliferazione nucleare. Nel discorso iniziale il sindaco di Hiroshima, Matsui Kazumi, ha sollecitato l’esecutivo a finalizzare queste trattative. Il premier Yoshihide Suga si è limitato a ribadire la diversità delle posizioni sul tema dei diversi paesi, promettendo comunque l’impegno di Tokyo per un’azione di collegamento. Pur essendo l’unico paese vittima di un attacco atomico, il Giappone non è tra i firmatari del Trattato di non proliferazione del 2017, ratificato da 122 Stati.

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